Spero che siate d’accordo con me sul fatto che essere di sinistra non vuol dire essere d’accordo su tutto ciò che avviene a sinistra. Oppure essere contro su tutto ciò che avviene a destra. Quando ieri ho scritto che in fondo Casini si sta comportando bene ho suscitato qualche risposta maliziosa ma anche qualche commento favorevole. Meno male. Ma oggi vi faccio un altro caso, la presenza di Michele (Chi?) Santoro in prima fila al congresso di Rifondazione Comunista. E’ il Corriere della Sera che con una breve intervista (che potete leggere nella sezione Documenti) mette in risalto l’incongruenza. Enrico Caiano gli chiede: “Come mai da queste parti, Santoro?”, E Michele risponde come da copione: “Sono qui da giornalista, come lei”. Veramente sta seduto in prima fila, nel settore riservato agli ospiti, insiste spietato Caiano. E Santoro si arrampica sugli specchi spiegando che essendo stato invitato non voleva essere scortese. E che sarebbe andato anche al congresso di An se lo avessero invitato. Ma allora? Giornalista o ospite? D’accordo, forse sono questioni di lana caprina. Ma io rimasi molto impressionato quando a quella splendida manifestazione del Palavobis vidi sul palco come un tribuno anche Roberto Zaccaria, fino a pochi secondi prima presidente della Rai dove si era dichiarato garante di tutte le aree politiche e culturali. Possibile che si facciano errori di questo genere. Ci muoviamo, è chiaro, nel campo del pieno diritto di ognuno di noi. Ma dimentichiamo troppo spesso l’opportunità. Sono errori che si pagano sul piano della credibilità. Santoro, checché dicano i suoi detrattori, è un bravissimo giornalista televisivo, dà voce a gente che altrimenti non l’avrebbe mai, sa tenere a bada i potenti al contrario di altri conduttori, Vespa in testa, e in fondo, pur essendo dichiaratamente di parte, non è parziale. Perché allora fare questi errori? La prossima volta che lo invitano a un congresso, lui ci vada veramente da giornalista, si mescoli fra gli altri giornalisti, faccia il lavoro di giornalista, si segga nei posti della stampa. Tutti quanti noi ci guadagneremmo.
Claudio Sabelli Fioretti
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