da Renata Manfredi
Caro Claudio le tue riflessioni sui fatti di Napoli sono in perfetto stile cerchiobottista da Corriere della Sera. (…) Dici :se gli abusi ci sono stati qualcuno deve pagare, giusto!,ma poi insinui il dubbio sulla reale necessità dell’arresto dopo un anno di indagini. Non paura di inquinamento prove ma timore di intimidazione dei testi, che non mi pare del tutto campato per aria se si è letto ciò che avrebbero fatto e detto quegli agenti il quel bagno! Veramente preoccupante e inquietante l’ammanettamento per impedire l’arresto dei colleghi, ma non puoi paragonarlo allo sciopero della magistratura! Di questo sciopero si può discutere e si puo anche dissentire ma la sua valenza simbolica è ben altra.
Cara Renata, se si vuole discutere bisogna evitare con tutte le forze il metodo dialettico dell’etichettatura. Non sei d’accordo con quello che dico? Bene, contestalo, porta degli argomenti. Appiccicarmi l’etichettatura di cerchiobottista non ha alcun senso, non serve alla discussione e nella fattispecie non capisco nemmeno che cosa voglia dire. Ti rispondo nel merito: l’arresto è consentito dalla legge italiana in soli tre casi. 1) timore di inquinamento delle prove (lo escludi anche tu), 2) possibilità di fuga (ti immagini otto poliziotti che fuggono?), 3) reiterazione del reato (escluderei anche quello). E allora perché sono stati arrestati? Tu dici per evitare che intimidissero i testi. E non potevano farlo finora? Pensi che non sapessero che si stava indagando su di loro e che le cose si stavano mettendo male? E ti immagini che cosa sarebbe successo se uno di loro avesse tentato di intimidire un teste e si fosse saputo? Secondo problema, il girotondo. Io lo trovo sconcertante. Ma trovo sconcertante anche lo sciopero dei magistrati. I magistrati rappresentano uno dei tre poteri fondamentali dello Stato. Hanno più doveri che diritti. Ti immagini lo sciopero dei ministri? Lo sciopero dei senatori? (csf)
Nessun commento.
Commenti chiusi.