da Roberto Marzocchi
Sul tema delle pensioni esiste una sorta di congiura del silenzio che vede accomunati tutti gli organi di stampa e, a maggior ragione, le reti televisive. La TV pubblica e privata, in questo senso, ha dato prova di un impegno fuori dal comune nel nascondere le ragioni dei lavoratori e nell’enfatizzare le posizioni di chi vorrebbe drasticamente peggiorare il nostro sistema previdenziale. Ogni dibattito sul tema ha sempre visto una nettissima prevalenza di favorevoli ad una riduzione dei trattamenti pensionistici con qualche sporadica apparizione di un timido contestatore letteralmente travolto dalle urla dei convenuti ogni qualvolta abbia tentato di aprire bocca. In questa palude silenziosa sfugge qualche volta ad un redattore la lettera di un cittadino che vive sulla sua pelle il dramma di avere perso il lavoro e di non avere ancora diritto alla pensione. Ecco quindi che, sporadicamente, molto sporadicamente, una lettera di poche righe trova spazio nella rubrica di un giornale senza mai uno straccio di un commento. Non ci si deve illudere, su questo terreno non esistono grandi differenze di schieramento politico o ideologico, le schiere sono compatte ed obbedienti alla consegna del silenzio.
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