da Gigi Forzese
Bella puntata stasera di Diario di guerra sulla 7,per chi vi fosse capitato magari fuggendo da S.Remo.Bella e strana.L’argomento era la cosa di Ferrara su Benigni.Ma per la presenza di ospiti un po’ surreali questo e’ diventato ben presto un pretesto per una puntata di tv che analizzava se stessa attraverso inusuali giochi psicologici tra gli ospiti: Vincino appena licenziato che lungi da mostrare risentimento si teneva con gli occhi dolci con lo stesso Ferrara offrendo un buon esempio di sindrome di Stoccolma.Enrico Ghezzi che,secondo il suo modo di fare tipo commento fuori sincrono,faceva l’esegesi di cio’ che avveniva in quello stesso momento in trasmissione definendo una volta per tutte finti gli abituali scazzi tra Lerner e Ferrara.Lerner che per aver inchiodato Feltri a cio’ che aveva scritto “razzisticamente” su Benigni si ritrovava a essere definito imbecillone perche’ non capiva gli scherzi ne’ la sottigliezza dell’arguto esercizio agro-letterario di Ferrara il quale per parte sua si ritirava in un dignitoso silenzio assumendo la famosa posa del gatto mammone saggio e incompreso che come ognun sa tanto gli dona.Certo a questo punto una sua intervista a Vincino sarebbe interessante almeno per capire come mai dai tempi di Cuore e di Clandestino sia diventato cosi’ politicamente e vignettisticamente intorcinato (o lo e’ sempre stato?)
Ma adesso sappiamo la verità. Leggete il fondamentale pezzo di Francesco Merlo sul Corriere della Sera. (csf)
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