Ecco l’articolo di CLAUDIA FUSANI, apparso su Repubblica il 15 marzo:
ROMA – Le modifiche decise dal governo sull’articolo 18 e gli interventi legislativi che riguardano la flessibilità del lavoro potrebbero essere la scintilla di nuovi episodi di terrorismo. L’analisi è esposta in modo assai chiaro a pagina 5 della relazione semestrale che i nostri servizi segreti hanno inviato ieri al Parlamento. “I terroristi si legge stanno stimolando un percorso operativo che coniuga forte proiezione internazionalista e decisa ostilità nei confronti della compagine governativa per le sue scelte in materia di politica economica”.
Nel mirino dei “nuovi interventi offensivi” ci sono “le personalità politiche, sindacali ed imprenditoriali maggiormente impegnate nelle riforme economico-sociali e del mercato del lavoro e, segnatamente, quelle con ruoli chiave in veste di tecnici e consulenti”. La quarantottesima semestrale dei nostri 007 non si sofferma su nomi ma sotto tiro ci sarebbero il ministro del Welfare Roberto Maroni e i suoi più stretti collaboratori oltre a Confindustria e a quella parte del sindacato meno intransigente sulle riforme. Questo aspetto della relazione prende spunto dall’analisi che la nostra intelligence ha potuto svolgere sulla “pubblicistica eversiva”.
C’è un volantino che più di tutti preoccupa i nostri esperti di antiterrorismo. A gennaio i Nipr (Nuclei di iniziativa proletaria rivoluzionaria), già autori dell’attentato di via Brunetti a Roma un anno fa, fecero ritrovare un volantino presso la sede nazionale della Cisl a Roma. In quella pagina, siglata dalla stella a cinque punte e scandita dalle parole d’ordine “attaccare e spezzare chi alimenta l’irregimentazione del proletariato”, si parlava di dirigenti sindacali e intellettuali “prezzolati come D’Antona”.
Due i nomi indicati: D’Antoni, ex segretario Cisl, e Giovanni Trere, dirigente Cisl, “colpevole di ostacolare l’irreversibile scontro di classe interno alla classe rilanciando, con i conosciuti traditori Cgil, l’opzione neocorporativa cattoulivista del dialogo”. Sono le stesse parole che si ripetono nelle 20 pagine con cui le Brpcc a maggio 1999 rivendicarono l’omicidio D’ Antona.
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