da Ignazio Maiore
Le madri sono le schiave della specie. Costrette a trasformarsi, da fanciulle che erano, in macchine riproduttive. Trascinate da necessità biologiche, si ritrovano spesso perse in un meccanismo che toglie loro individualità e libertà. Possono anche desiderare tutto questo, altrimenti si sentono delle escluse, ma rancore ed intolleranze profonde sono sempre in agguato e possono prevalere sull’amore e sul dovere di accudire la prole. Voglio dire che alcune madri tentano di rifarsi dall’asservimento al collettivo con il riprendersi i figli, psicologicamente annientandone l’individualità. Ne negano la nascita e ne impediscono lo sviluppo. E’ una maniera, non apparente, di ucciderli. Sono mosse da forze primitive delle quali sono ignare ma che le rendono egualmente asservite. La disgraziata madre di Samuel ha forse commesso un terribile omicidio, non è però molto diversa da altre che sono delle omicide inconsce: queste agiscono nei confronti dei figli con mezzi psichici, senza sapere però quello che fanno e senza che altri possano accorgersene.
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