da Santi Urso
Pessimismo della ragione e ottimismo della volonta’ è una regola tutt’ora aurea. A cui mi attengo con un certo, noioso, rigore da 41 anni. La base del mio diciamocosi’ ragionamento e’ statistica: quando c’erano i padroni non ne ho mai visto uno tremare davanti a una copia del manifesto, mentre ne ho visto molti nervosi davanti all’Unita’. E’ solo un apologo, ma spero chiaro. Oggi il pantoscanismo (Panariello, Conti, Ceccherini, Pancho… ma non bastava Benigni? almeno e’ un genio) e la soave leggerezza di Paul Ginsborg (l’ho appena sentito da Firenze: spero che le sue azioni, a me ignote, siamo più ficcanti delle descrizioni, mi pare che lui le abbia definite analisi) fanno si’ sbarrare gli occhi al presidente Berlusconi, ma solo perche’ pensa: Mio dio, ma avro’ tanta salute per durare cosi’ a lungo? Come ti dicevo: di questi “spontanei” riparlerei tra 100 giorni. E questa mi sembra una botta di ottimismo mica da ridere.
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