da Leonardo Maiellaro
Ti tedio con una storiella breve ma, credo, emblematica. Ricordi quando occorse il ventennale di “Repubblica”? bene, per l’occasione,assieme al quotidiano distribuivano la copia del giornale andata in stampa venti anni prima. la sfoglio e trovo in cronaca un dettagliatissimo resoconto di un arresto effettuato a palermo, assicurando alla giustizia uno dei primi colletti bianchi (non ne ricordo il nome ma era un ragionerie commercialista ricercato da tempo e pregiudicato per riciclaggio). fin qui tutto in regola.in sequenza, apro il quotidiano e trovo un resoconto scarno e nebuloso di un mandato di arresto spiccato sempre per la medesima persona di venti anni prima. dal tenore del resoconto però pareva avessero perseguito un insospettabile…un asceta (c’era addirittura la stessa foto). morale: la svista è nelle cose…chi fà falla.ma nel vostro caso come in pochi altri, l’errore da disattenzione o da superficialità può essere esiziale.il leit-motiv della casalinga di voghera e del potere debordante di persuasione dei media anche se, ormai, sa di stantio dovrebbe valere come monito. tu, alla luce della tua esperienza, che ne pensi?
Penso che casi come questi non sono rari. Ci sono state volte che alcuni giornali hanno addirittura pubblicato la stessa pagina due volte lo stesso giorno oppure in giorni consecutivi. Oppure, cosa meno grave, lo stesso articolo in due pagine diverse. Oppure la stessa notizia, in due maniere diverse,, lo stesso giorno. Hai ragione, chi fa falla e chi non fa non falla. Ma un po’ d’attewnzione, accidenti. La sciatteria è sempre colpevole. Oppure si arriva a pubblicare titoli come: “Si è spento l’uomo bruciato vivo” (csf)
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