da Luigi Lunari
Leggo la tua intervista a Maurizia Cacciatori, a metà lettura – colpito dalla “qualità” – vado a leggere la firma e mi accorgo che sui tu l’intervistatore. Sei veramente un re dell’intervista: hai per l’intervista il talento che avevano Belli per i sonetti o gli Strauss per il valzer! Complimenti sinceri! E la speranza che un giorno tu possa intervistare “me”: sono di partenza a fine gennaio per Tokyo, dove il 3 febbraio andrà in scena una mia commedia: la quale – inviata a suo tempo a dodici attori-registi.impresari – non mi ha procurato da costoro il minimo riscontro. E’ possibile che una commedia italiana arrivi a essere letta, tradotta, scelta, allestita a Tokyo prima che uno solo dei dodici si sia degnato di accusarne ricevuta (non dico di leggerlo)? Unito a quanto ti ho scritto a suo tempo, potrebbe questo fornirti il destro per un’intervista/intervento nella pagina degli spettacoli. Questa è la prima cosa. La seconda: per una mia personale ambizione e presunzione di “intuire” alcune cose prima degli altri, vorrei rendere pubblica un’ipotesi che ho formulato in base a varie considerazioni psico-storiche: l’Italia è alla vigilia di un nuovo caso Matteotti. Ci sarà – cioè – qualcuno che farà fuori qualcuno per far piacere a qualcuno. Ove dovesse verificarsi la cosa vorrei poter dimostrare – citando il tuo sito – che “l’avevo detto”.
Primo: mi fai vergognare per i complimenti anche se, come tu sai, io sono presuntuosoSecondo: godrei come un pazzo a intrevistarti ma non dipende da me, le interviste le decide il direttore, io sono solo un esecutoreTerzo: la tua intuizione mi fa rabbrividire. La registro, ma spero che tu non debba mai dire che l’avevi detto. (csf)
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