da Nahman Finaro Singer
Egr direttore Non pensavo mai di tirare fuori la mia storia personale, ma dopo aver letto l’articolo – demonizzazione- di Sandro Viola del 20/1/2002 ho deciso di rinunciare alla mia privacy per sbugiardare quel moderno antisemita. Sono nato nel settembre 1953 in Israele. I miei genitori , scampati dai lager nazisti, si sono stabiliti in Israele in un villaggio chiamato Even Yehudah, vicino alla citta’ di Netanyah dove facevano i contadini. ( E’ il punto dove la larghezza massima di Israele era 12KM fino al 67- quindi, tutta frontiera) Due mesi prima della mia nascita, parlo del Luglio 1953, i miei hanno sentito uno strano rumore e mio padre e’ uscito per controllare e non e’ mai piu’ rientrato. Non c’erano allora telefoni. Mia mamma , con una bimba di 4 anni, e incinta al settimo mese, si e’ barricata in casa- pregando. Al mattino lo ha trovato. Lo avevano torturato prima di decapitarlo. Gli avevano cavato gli occhi e poi hanno impilato la sua testa su un palo di fronte a casa. Non c’erano “territori occupati” nel 1953. Allora si chiamavano Fedayn, mentre oggi la sinistra antisemita li chiama “combattenti della resistenza”. Fa poca differenza, quello che li distingueva, allora come oggi e’ la “cultura” assassina, il fanatismo che non ha bisogno delle scuse dell’ “umiliazione” e/o della “occupazione” che i buonisti antisemiti di sinistra come Viola gli forniscono come alibi per perpetuare l’opera che in Europa vi e’ quasi riuscita il secolo scorso. Scommetto che non trovera’ spazio per pubblicare la mia lettera- nel suo giornale “politicamente corretto”, al servizio di quelli che si adoperano per completare l’opera che i vostri – compagni- camerati non sono riusciti a completare.
Questa lettera-testimonianza è stata inviata al direttore della Repubblica e per conoscenza a molti altri tra i quali noi (csf)
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