da Claudio Bottini
Tre persone, nel corso di un’assemblea nella sede del Consiglio Regionale della Liguria, non hanno resistito al richiamo della sigaretta. Se la sono cavata con una sanzione di circa 50 euro. L’episodio è avvenuto durante una riunione che si stava tenendo per discutere della situazione di 250 operai in cassa integrazione. Sono scattate subito le sanzioni, come previsto dalle nuove norme entrate in vigore dal primo gennaio, che prevedono mano pesante nei confronti di chi contravviene alle leggi anti-fumo. A essere puniti per aver fumato in luogo pubblico sono stati un consigliere, un operaio e un commesso. L’episodio ha scatenato le proteste del presidente del Consiglio Regionale, Gianni Plinio di An, che l’ha definito ‘un fatto grave che costituisce un precedente inammissibile in quanto lesivo dell’autonomia e del prestigio dell’Assemblea regionale’. Anche il vicepresidente del consiglio, Giacomo Ronzitti dei Ds, ha parlato di ‘palese intimidazione agli operai e ai consiglieri’. Ma il consiglio, in quanto luogo pubblico, non è esentato dal divieto, come dimostrano i cartelli attaccati ovunque e tranquillamente ignorati.
Questa è la cronaca. Ma perché diavolo questa gente deve sempre e comunque essere al di sopra della legge (che peraltro contribuisce a promulgare)? qualcuno mi spieghi per bene cosa accade all’italiano medio dopo che ha racimolato una manciata di voti a qualsivoglia elezione: perché di colpo si sente in diritto di sottrarsi ad ogni tipo di giusta sanzione? Ma non dovrebbe essere proprio il contrario? com’era quel discorso sul “buon esempio”..? Qualcuno di noi potrebbe repliclare indignato al vigile che lo multa (giustamente) per divieto di sosta: “questo è un fatto gravissimo, che lede il mio prestigio personale!”. Oppure al controllore sul tram che ci becca senza biglietto: “questa è una palese intimidazione! è un precedente inammissibile!!”
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