A sentire certa gente, quelli come me sono dei giustizialisti, per niente garantisti, del tutto disinteressati ai diritti degli uomini, contenti quando qualcuno finisce a marcire in galera. Probabilmente è per questo che non mi commuovo più di tanto a vedere i talebani deprivati sensorialmente, legati mani e piedi, esposti alla gogna, rinchiusi nelle gabbie di Guantanamo. Lo dico sinceramente. Non mi commuovo. Mi facevano più impressione le immagini e i racconti dei bombardamenti. Il motivo per il quale ero così contrario – sono così contrario – alla guerra è che so per certo che poi “la guerra è guerra”. Non esiste convenzione di Ginevra, non esiste diritto di guerra, non esistono buone maniere belliche. Il galateo e il bon ton non arrivano né in prima linea né nei campi di concentramento dei prigionieri. Come si fa a pretendere che i soldati di quella nazione che ha subìto le Torri Gemelle possano fare i gentiluomini con coloro che queste torri hanno buttato giù? In guerra non esiste quello che è giusto e quello che non è giusto. Non sopporto l’idea che ci sia stato il processo di Norimberga, con le accuse, le difese, le condanne. Sappiamo tutti che non esiste una giustizia dei combattenti ma solo una giustizia dei vincitori, quella per cui gli americani si sono assolti per Hiroshima e Nagasaki e hanno condannato i tedeschi per l’Olocausto. Noi giustizialisti siamo fatti così. Ce ne freghiamo di chi vede calpestati i propri diritti elementari. Noi giustizialisti siamo fatti così.Ma i garantisti che fine hanno fatto? Hanno sprecato tutte le energie piangendo sulla sorte dell’esule di Hammamet? Sono stremati dopo la battaglia per la difesa dei diritti di Previti? Stanno rimpannucciandosi per la prossima campagna in difesa dei diritti negati di Berlusconi? Dopo Dell’Utri hanno deciso di prendersi un anno di sabbatico? Si dico a voi, proprio a voi, Guzzanti, Belpietro, Ferrara, Marcenaro, Vittorio Feltri, Maiolo. La vista dei talebani trattati come bestie non fa fremere il vostro sensibile cuore messo a dura prova dalle torture inflitte ai corruttori e ai corrotti di Tangentopoli? Io sono un giustizialista. Me ne frego dei diritti dei ricchi e dei potenti. Ma tu, Mattia Feltri, tu che sei una persona onesta e che, sul Foglio, stai scrivendo una splendida storia su Adriano Sofri, “Il prigioniero”, hai già scritto qualcosa sulle gabbie infami di Guantanamo?
Claudio Sabelli Fioretti
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