da Carlo Orecchia
Caro Claudio, qualche anno fa il delinquente, condannato, contumace e fuggiasco ad Hammamet prese spunto da una lettera scritta da un tale Vincenzo Bianco a Togliatti per dire che i Comunisti italiani erano complici di infamie perpetrate a danno dei soldati italiani prigionieri dopo la battaglia di Stalingrado. In quella lettera, Vincenzo Bianco, colonnello dell’Armata Rossa e responsabile degli Italiani presenti nel campo di prigionia, descriveva le condizioni dei prigionieri e chiedeva a Togliatti di intervenire per alleviarne il peso. La mattina dopo, sento la voce di mia madre a Radio 3 che litiga col giornalista di turno difendendo la memoria del suocero, la cui letteraveniva travisata ed utilizzata da Craxi, per raccontarci che Italiani e Tedeschi erano andati a fare sci di fondo in Russia, ma che i cattivi Comunisti, non sapendo come trattare i turisti avevano fatto un’ingiustificata carneficina. Il giorno dopo il traduttore, forse accortosi il Craxi che in URSS c’era anche il socialista Nenni, chiese scusa dicendo di aver sbagliato alcuni termini e reso male il senso della lettera di mio nonno… In casa tutti, da anni sapevamo che la guerra era una schifezza, che la sicombatte per uccidersi a vicenda, che a Stalingrado per vincere, i Russi avevano fatto come Diaz in Italia sul Piave: sparavano ai soldati che arretravano. Tutti si morivano di fame, Russi compresi. Avevano bruciato i campi, tagliato i rifornimenti per isolare le truppe nemiche. E i vincitori non avevano miglior sorte dei vinti. C’erano 30 gradi sottozero per tutti. La gente spesso moriva non perché non mangiasse, ma perché si ingozzava di roba pessima, dopo mesi di stenti.Ora qualcuno vuole rivalutare la emoria di Craxi: l’unico politico italiano che non ha avuto la dignità di farsi processare come i suoi colleghi Andreotti, Forlani e lo stesso Ricciolo Unto (condannato).Io penso che la dignità dei prigionieri sia sacrosanta, ma penso che non importi alcunché di questi temi a chi fa il giornalista per fare solo campagna politica a favore del padrone. Per questo non sentiremo nulla da certe “firme”. A meno che non facciano la fine di Montanelli, che a 80 anni, quando è stato allontanato dal suo Giornale, si è reso conto che forse chi ha i soldi non ha sempre ragione.
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