da Paolo Zanoni
Caro Sabelli, francamente non capisco tanto livore nei confronti del Min. Castelli da parte della sinistra ben pensante e moderata, nonchè democratica, nonchè buonista, illuminata dal verbo dei Lumi e della morigeratezza politica, folgorata dai buoni sentimenti e portatrice di ogni anticorpo illiberale. E’ pur vero che del “leghista” Castelli ahimè ha perso molto per strada – e glielo dice uno che sul crollo della Lega ha appena scritto un libro, “Bossi e la rivoluzione tradita” e che è tutt’ ora un militante della Lega Nord – ma la sua lettera mi pare troppo politicamente schierata. Castelli è pure quello che ha NEGATO l’ autorizzazione a procedere contro quel Bravehearth dei perdigiorno di Casarini per aver definito la polizia “Nazistelli in divisa”. Per Castelli era un suo diritto, una libera opinione. Sinistra indignata? Orsù, il Ministro non sarà come lei un radical-chic tout court ma difende, nel nome della democrazia, pure quei fenomeni che tale sinistra si culla come dolci pargoli embrioni di un futuro più giusto… Che tristezza. Non ve ne va bene una che sia una!
Mi sfugge, lo dico sinceramente, questo episodio che lei cita relativamente a Casarini e Castelli. Castelli avrebbe rifiutato l’autorizzazione a procedere contro Casarini? In che senso? Il ministro della giustizia ha il diritto della concessione dell’autorizzazione a procedere? Potrebbe essere più chiaro? (tra parentesi, se ha fatto una cose del genere secondo me ha sbagliato, definire i poliziotti “nazistelli in divisa” è solo una sciocchezza inutile e cretina e vuol dire non aver capito nulla di quello che è successo a Genova. D’altra parte che Casraini non abbia capito nulla di quello che è successo a Genova è risaputo. Il dolce pargolo a me non piace per niente). Caro Paolo, la prego, mi spieghi meglio la storia dell’autorizzazione a procedere. Per me è solo una istituzione che serve a proteggere parlamentari e ministri. (csf)
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