Vincenzo Montella, giocatore della Roma, sorpreso dalla polizia ad andare troppo forte e a zig zag sul raccordo anulare, è, come tutti gli sportivi, un grande esempio per i giovani. Gli è stata ritirata per due mesi la patente? “Andrò fino in fondo”, ha detto. “ Noi calciatori siamo sempre nell’occhio del ciclone. Un giudice accerterà chi ha ragione”. Nemmeno Cesare Previti avrebbe potuto dirlo meglio. Il complotto dei poliziotti laziali nei confronti dei giocatori romanisti non ha bisogno nemmeno di essere provato. Ma non basta. “E’ vero, andavo un po’ troppo forte, ma non a zig zag”. Ma a quanto andava? “Non chiedetemelo. Quando guido guardo la strada, non il contachilometri”. Ah, la prudenza del Montella! Ah, la sua attenzione al codice. E perché i due poliziotti si sono permessi di accanirsi? “I poliziotti hanno fatto un po’ i protagonisti!” E in base a quale diritto? Giocano forse in serie A? Hanno segnato goal? Sono andati a zig zag sul raccordo anulare? Il protagonismo, sembra consigliare Montella, va lasciato ai protagonisti. Anche perché tutto questo, dice Montella, “è deleterio per la mia immagine”. Sicuro Montella? Sicuro che non si possa scendere più in basso? Si può scendere più in basso. Come ha fatto Sergio Tinti, dirigente della polizia stradale di Roma, che ha detto, per confermare la legittimità , in fatto e in diritto, del comportamento dei due poliziotti: “Sono romanisti”. Ah beh, allora!
Claudio Sabelli Fioretti
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