Col passare del tempo, si tende a dimenticare. E si riesce anche, grazie al lifting della memoria, a costruire una seconda e alternativa verità. Per esempio, è molto di moda oggi dire che Bettino Craxi è morto in esilio dove era stato costretto da sentenze ingiuste che lo avevano colpito a causa dell’orrendo teorema che non poteva non sapere e che comunque la sua unica colpa, eventualmente, è quella di aver preso dei soldi per il partito e che quindi il suo unico reato sarebbe quello relativo al finanziamento illecito di partito. Per fortuna c’è Marco Travaglio che puntuale come un Capodanno, tutte le volte che qualcuno si avventura su questra strada, ricorda come sono andare le cose, ricorda che Bettino Craxi è morto latitante, e che, almeno secondo i tribunali, i soldi li usava anche per fini del tutto personali.Così Marco Travaglio ha risposto brutalmente a Stefania Craxi che cercava di imbrogliare le carte sul sito Dagospia:“Stefania Craxi dice un sacco di fregnacce. Suo padre è stato condannato perché Larini gli portava i soldi delle mazzette sul letto dell’ufficio di piazza Duomo, e perché rubava per sé (e famiglia). Con le tangenti dei suoi conti personali ci pagava un albergo e una tv per la sua amante, e l’affitto per la villa a Saint Tropez per le vacanze di Bobo. Glielo chiedesse a suo fratello Bobo, Stefania, perché papi è stato condannato. Altro che “non poteva non sapere”. E’ mai possibile che un ladrone, solo perché è morto, non sia più un ladrone?”Marco Travaglio prosegue regalando ai lettori di Dagospia un capitolo del suo ultimo libro, “La Repubblica delle Banane”, quello dedicato a Bobo Craxi. Io giro il regalo a voi. Buona letturaClaudio Sabelli Fioretti.
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