da Raffaele Mangano
Gentile Sabelli Fioretti, nel guardare l’intervista a Maurizia Cacciatori pubblicata dal Corsera domenica, mi sono ricordato che avevo messo da parte un suo pezzo per scriverle. Operazione poi dimenticata. Allora ho rintracciato l’articolo che era apparso su Sette e riguardava un profilo dedicato a Sgarbi. Nulla in contrario sulla scelta. Sono ben fatti suoi. Tuttavia mi sono chiesto che cosa ne ricavino i cittadini, soprattutto i più giovani, in termini di etica e di morale. Il suddetto è stato condannato in via definitiva per truffa ai danni dello Stato, del quale ora cura i beni artistici. Per non parlare delle numerose condanne per diffazione ai danni di giudici, giornalisti, avversri politici, dipendenti dello Stato. Ed è meglio stendere un velo pietoso sulla trasferta afgana, con fidanzata, amichetti, cortigiani, fotografo etc etc. A spese sempre dello Stato. Simili personaggi che dovrebbero essere additati come cattivo esempio, sono invece esaltati e incensati. E mi ha fatto spece di vedere la sua firma sotto l’articolo.D’accordo che si era già cimentato con l’intervista alla Letterina, una brava figlia con lunghe cosce e poco cervello. Ma mi pare proprio che lei abbia svenduto la sua professione e, forse, anche la sua anima. Chissà se nevale la pena. Non me ne voglia.
Non gliene volgio. Ma il problema è il seguente: deve un giornalista occuparsi solo degli uomini buoni, delle donne intelligenti, dei fatti belli? Si possono intervistare i cattivi, le ochette, gli stupidi? Un giornale fatto solo di notizie edificanti venderebbe? Il dibattito è aperto. (csf)
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