da Cinzia Dona’
Anch’io nel ’92 ero a Trinidad con Andrea, il mio moroso e una coppia di amici, ne fummo folgorati, la gente a Trinidad era davvero povera nonchè incazzatissima. La city nel fine settimana si trasformava in rifugio per homeless, non potevi nemmeno avvicinarti agli androni delle banche per fare un bancomat, ti sputavano addosso. Giravamo con una macchina a noleggio scassatissima, ci sono venuti a soccorrere 2 volte, la riparavano lì, in mezzo alla strada, ci davano il cinque, ripartivano e ci votavamo ai santi di mezzo calendario, visto che con noi c’era anche il figlio dei nostri amici che non aveva ancora 2 anni. Il tramonto sulla laguna degli aironi rossi, migliaia di uccelli che ogni sera addobbano quegli alberi di un verde sfacciato facendoli diventare incredibilmente natalizi; il rasta secco secco che si faceva lavare due metri di capelli da sua moglie, nel fosso sul ciglio della strada, un cristo coperto di schiuma bianca che si stagliava in piedi su un nastro di terra marrone contro un verde smeraldo; i bambini neri con addosso magliette bianche sbridellate a fare un casino allegrissimo in una spiaggia deserta di un bagliore fastidioso e così lunga da non vederne la fine, con le mangrovie che in certi punti arrivavano fin sulla battigia e quell’acqua, troppo turchese; Trisha dolcissima tutta occhi, denti e treccine che ha voluto in braccio quel bambino così bianco, per guardarlo bene:- “Please mam, please.”avrà avuto 10 anni ed era la prima di ben sei splendide creature che insieme formavano la più straordinaria delle matrioske che si sia mai potuta vedere. Qui a Venezia ora sta nevicando, ma quella prima volta ai Caraibi era agosto e abbiamo imparato che anche le estati possono essere a colori e in b/n. Già che ci sono ti mando un neneismo su Cuba: Ne’ con Licia Colo’, ne’ con Gianni Mina’. Hasta la vista!
Che ti ha fatto Gianni Minà? (csf)
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