da Federico Pettazzi.Molti dei personaggi che hai intervistato, se non quasi tutti, sono stati nel bene e nel male protagonisti del 68: molti di loro hanno scelto posizioni forti per opporsi ad una società in cui non si riconoscevano, impegnandosi sotto il profilo politico e umano. Penso a Liguori, a Ferrara, a Viale, a molti di coloro che militavano in organismi di rivolta, politica e armata. Molti di loro sono ora dall’altra parte, e occupano ruoli di rilievo in quella stessa società che hanno provato a cambiare. Sono voltagabbana? A questa domanda mi sento anch’io, come loro, di rispondere di no. Per spiegarti il perché provo a raccontarti la mia storia. Sono un ragazzo di Roma, che proviene dalla –chiamiamola così- media borghesia, cresciuto in un ambiente privo di grosse spinte politiche, in una famiglia tranquilla, in un liceo di destra. Eppure, nella formazione della mia coscienza politica, non è mai balenata la possibilità di accettare valori di destra. Per qualche anno ho continuato a votare a sinistra, senza sapere per quale motivo. E come me molti miei compagni, apparentemente convinti, votavano (e forse ancora lo fanno..) a sinistra. Anzi, nella mia scuola, pur essendo storicamente di destra, i ragazzi di destra erano una minoranza spesso emarginata dal punto di vista politico. Quello che voglio dire? E’ che ho un sospetto: a destra si nasce, a sinistra ci si va. Un po’ di tempo è passato, sono arrivato all’università, e credo in alcune cose che non stanno più a destra o a sinistra. Credo però, e vorrei che tu mi smentissi, che in Italia ci sia un egemonia culturale di sinistra. I “nostri eroi”, i voltagabbana, hanno imparato dal 68 l’arte di distinguersi, di esprimersi davanti a tanta gente, di assumere posizioni contrastanti, di mettersi contro la gente. Hanno le spalle forti, i “nostri eroi”, e sanno cos’è il potere (il 68 gliel’ha insegnato), e hanno capito che bisognava passare dall’altra parte, dalla parte dei cattivi, per rimanere diversi, per poter esercitare il mestiere che hanno imparato. Per questo credo che non sia corretto parlare di voltagabbana, ma sia necessario spingersi più a fondo, e tornare all’inizio, a quel 68 in cui tutti stavano dall’altra parte, che è rimasta ancora la parte giusta.
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