Era la pioggia, sono sicuro, il brutto tempo ad avermi fatto vedere tuto negativo. Oggi c’`e il sole e anche il comunismo è più bello. Girando la città e la campagna mi accorgo di qualcosa di strano ma non riesco a capacitarmi di che cosa sia. Poi la scoperta, banale. A Cuba non c`è la pubblicità. Niente. Nemmeno un cartellone piccolo piccolo. E non ci sono nemmeno i poster politici, nemmeno le scritte propagandistiche (in verità di scritte se ne trova qualcuna, ma rarissima e assolutamente sopportabile e tuttosommato nemmeno sgradevole come sono sempre le scritte inneggianti ai grandi capi, di destra o di sinistra che siano. Davanti all`università una specie di residuato storico. Su un muro, ad altezza d`uomo, una scritta a mano: “Abajo Batista, asesino”. Conosco Alberto, un italiano che dieci anni fa si è stufato di fare il grafico, ha venduto tutto e ha cominciato a girare per il mondo. “Ho autonomia ancora per un anno e mezzo”, dice. E poi? “Poi? Ho ancora un anno e mezzo per pensarci. Intanto devo riuscire a cancellare la mia residenza italiana”. Ne ha fatto una questione di principio. Non vuole essere più residente. Da nessuna parte. Fra qualche giorno parte per il sud. Destinazione: Porto Alegre, per il Social Forum di fine gennaio. Domani comincia il festival del Cinema Latino Americano. Pranzo alla Boteguita del Medio, bevendo il cocktail di Hemingway, non so se mi spiego.
Claudio Sabelli Fiorettida Cuba, Secondo giorno
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