Vivere la storia. Potevo dimenticare la Baia dei porci? No, non potevo. Ed eccomi sulle rive di questo lunghissimo e strettissimo golfo dove gli americani e quel furbetto di Kennedy mandarono centinaia di profughi cubani a morire nel tentativo di riportare il capitalismo in Cuba. Una sola strada, un delirio tattico. I profughi le presero di santa ragione . Sulle coste da Playa Giron a Playa Larga non ci fu questione. Piccoli mausolei ricordano sul ciglio della strada i caduti, quelli dell’esercito riviluzionario. Naturalemente. Ma se dimentichiamo la storia, la zona non e’ eccitante. Incontro una piscina naturale, una specie di “cenote” dove la gente fa il bagno e un allevamento di coccodrilli, roba per turisti americani che pero’, naturalmente, non ci sono. Faccio un tratto di strada di notte. Errore. A Cuba mancano del tutto i cartelli indicatori delle citta’. Ogni bivio e’ una scommessa da risolvere a testa e croce. Me la cavo dando continui passaggi alla gente del luogo. Con la macchina piena di campesinos arrivo miracolosamente a Cienfuegos. La mattina dopo colazione sulla terrazza dell’hotel Jaguas con splendida vista sul golfo e sulla inquietante centrale nucleare mai terminata a causa del crollo dell’Urss e del blocco degli investimenti.
Caludio Sabelli FiorettiDa Cuba, decimo giorno
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