da Francesco Burelli
Caro Sabelli Fioretti, sono un appassionato fruitore di Sette (mi consideravo lettore, ma non voglio apparire uno sciocco di flaianea memoria, renitente a cambiare idea), e seguo con interesse il suo viaggio nella e della memoria di italiani più o meno illustri. Volevo segnalarle, e chiederle un parere in merito, da “cultore della materia”, una definizione di Dino Basili (L’amore è tutto, 1996, Newton) sull’italico vizio-virtù al centro del suo dibattito: “Voltagabbana: teppista della metamorfosi” L’accezione di Basili (per me ottima) potrebbe essere un’interessante punzecchiatura per i suoi ospiti.
N.B.: Ho scritto il testo dell’e-mail ieri, attendevo oggi l’uscita di Sette per recuperare l’indirizzo corretto di posta elettronica (non avevo ancora visto il sito personale), e trovo l’articolo sulla flaianite…. E poi ci si stupisce delle diatribe sui plagi!
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