da Claudio Pavoni
Egregio dottor Sabelli Fioretti, trasecolo nel leggere la commozione di un corrispondente davanti a un commento di Serra, secondo il quale gli smarriti lettori agrigentini di Repubblica dovrebbero godere come carbonari del loro essere nobile e infima minoranza. Capisco la relativa comodità della situazione: potersi incontrare tutti insieme in trattoria, e senza nemmeno prenotare. Ma, posto che non si può immaginare il 98 per cento degli agrigentini come un’accolita di mafiosi reazionari, bisognerebbe chiedersi il motivo di questa estrema minorità. Ritrovo in Serra il gusto tiepido della consorteria buonista, assediata da barbari berlusconiani. Sono cose che sbalordiscono perfino un tranquillo parrucchiere di periferia quale io sono, e perdipiù simpatizzante del Cav. Berlusconi. Forse non dovrei preoccuparmi così delle sorti della sinistra.
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