da Claudio Urbani, Roma
L’amico Grondona ha descritto perfettamente l’aspetto casereccio e mangereccio delle feste dell’Unità, di cui certo non se ne sente la mancanza. Ma l’atmosfera descritta è quella tipica di ogni festa e sagra paesana di ogni parte del Paese. Queste feste le ho sempre frequentate per altri motivi: vedere, scrutare le persone, ascoltare le loro chiacchere, gli umori entusiastici in alcuni momenti , delusi in altri. Vedere i compagni e non, scrutare chi non era comunista emozionato e timorosi di trovarsi tra i “rossi”, tenendo stretti i bambini perché, forse certe dicerie, non si sa’ mai, fosseo vere, per poi realizzare quanto i “rossi” fossero simili a loro, con le stesse pasioni desideri paure e speranze. Mangiucchiando quei cibi dai sapori indefinibili, ascoltare i discorsi e i commenti delle persone più disparate, intenerirsi di certi timori o arrabbiarsi di certi giudizi. Già, ascoltare, intercettazioni di frammenti di intimi discorsi spontanei, pericoloso affermarlo oggi: saranno proibiti e regolamentati anche questi?
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