Prostitute con la fidelity carddi Michele Serra
La prostituzione italiana deve fare un salto di qualità: da antica piaga sociale a dinamica risorsa economica. Perché lasciare un reddito di miliardi di euro nelle mani incaute di protettori slavi dequalificati, laddove un moderno management potrebbe fare di ogni piazzola oscura, di ogni scomodo cespuglio, di ogni sordida pensioncina altrettante location al passo con i tempi? È con questi intendimenti che il nuovo governo sta approntando un pacchetto di riforme che modernizzi radicalmente un settore proverbialmente arcaico.
Lessico Il lessico corrente è obsoleto. Figure come il pappone (che diventerà road tutor), la puttana (sex operator), il travestito (funny dressed guy) e il cliente (Gino) sono penalizzate dai ritardi culturali che gravano sulla prostituzione. Un clima da dopoguerra, da vecchia Italia in bianco e nero, come se le puttane roteassero ancora la borsetta lungo i viali di periferia e salissero su vecchie Fiat scassate. I profondi rivolgimenti del costume, e la maturazione sociale del Paese, hanno radicalmente cambiato la scena: le puttane oggi roteano la borsetta lungo moderne tangenziali, e salgono sulle Audi. E Gino non è più un lavoratore in canottiera che parla un rozzo dialetto: oggi le canottiere le vende in franchising e parla un dialetto molto migliore.
Distribuzione Oltre a nuovi mega-store nei quali si potrà trovare di tutto (dalla comune operatrice nigeriana fino alle rare e costosissime prostitute native di Sankt Moritz), è prevista l’apertura di piccoli esercizi di quartiere, le antiche ‘case chiuse’ che saranno dapprima bonificate dalle vecchie puttane cotonate e dai vecchi clienti con la brillantina, rimasti imprigionati dalla legge Merlin e ormai mummificati e con le ragnatele sotto le ascelle, quindi ristrutturate in moderni resort sostituendo le tappezzerie a fiori con tappezzerie senza fiori. Il vecchio ‘citofonare Luana’ sarà rimpiazzato da un citofono con call-center e disco automatico, che dirotterà i clienti presso decine di altri portoni prima di farlo entrare in quello giusto, dopo una divertente perlustrazione dei dintorni.
Immagine Qualificare e diversificare il look di una prostituta, rendendolo distinguibile da una qualunque figurante televisiva, non è un compito facile. Le tette di fuori, il trucco pesante, i tacchi acuminati, i corpetti di lattice, le unghie laccate, gli stivali inguinali luminescenti e l’eloquio osceno sono ormai caratteristiche troppo ordinarie, riscontrabili presso qualunque pubblico di qualunque talk-show pomeridiano. Il governo, in collaborazione con le altre principali aziende del settore, sta dunque pensando a una nuova uniforme spiritosa e glamour, che aiuti il cliente a identificare senza problemi la persona giusta. È stato indetto un concorso tra i principali stilisti italiani, purché non presentino le loro normali collezioni, giudicate troppo volgari dalle rappresentanti delle prostitute.
Location Va bene il nuovo sistema di mega-store e resort. Ma perché perdere le suggestive, tradizionali location di strada, tanto care alla clientela nazionale? La piazzola fangosa, il marciapiede tra i condomini, il parcheggio dei camion, hanno solo bisogno di una sapiente riqualificazione, secondo i canoni classici del mercatino artigianale, così caratteristici dell’economia locale. In costume regionale, le prostitute allestiranno bancarelle e chioschi dove il cliente potrà anche rifornirsi di cesti di vimini, campanacci di mucca, centrini ricamati, mestoli di rame e statuette di padre Pio da riportare a casa alla moglie.
Accessoristica Anche qui, rinnovare è la parola d’ordine. Anziché incendiare vecchi copertoni, le lavoratrici dovranno dare fuoco a pneumatici cinturati di alta gamma, nuovi di fabbrica. Per far cessare il vergognoso spettacolo delle ragazze sedute a gambe larghe su scomodi guard-rail, i guard-rail verranno dotati di comodi cuscini ergonomici. I parlamentari di An hanno anche chiesto con insistenza l’introduzione di una fidelity-card.
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