Ricordate che anni fa. preso da improvvisa follia, insieme a Giorgio Lauro, andai da Masetti, frazione di Lavarone, a Cura, frazione di Vetralla? 659 chilometri. Io li ho fatti a piedi in 32 giorni. Quindi posso ergermi a maestro della camminata. E sono in grado di dare utilissimi consigli a tutte quelle persone che ai giorni nostri hanno scoperto la gioia del trekking, facendone scoppiare la moda. Tutti a piedi a Santiago de Compostela! E tornare massacrati dalla fatica! Salvo seguire le mie indicazioni. Eccole.
IL PIEDE E’ SACRO. È l’arto più importante che avete. Crematelo abbondantemente la mattina. Microlavatelo in continuazione durante la giornata. Cerottatelo tutte le volte che sentite arrivare il bastardo pizzichìo della vescica. Pediluviatelo la sera senza fretta, almeno venti minuti di sali preziosi. Ricrematelo prima di andare a dormire con abbondante automassaggio.
PILUCCARE POMODORINI. Mangiate il giusto. La sera hai voglia di una coda alla vaccinara? No! Una bistecca è quello che ti serve. Vuoi sbronzarti per la felicità di essere arrivato vivo? No! Bevi tantissima acqua e un po’ di vino. Frutta secca. Pomodorini. Si piluccano come fossero uva, E non si spiaccicano nello zaino.
ETTOLITRI DI ACQUA. Non bisogna porre limiti alle bevute in cammino. Litri e litri. Bere anche quando non si ha sete. Avere sempre la bottiglia piena. Riempirla in ogni occasione anche quando si crede di essere vicini alla meta. Non esagerare in acqua minerale. Meglio quella naturale. Ma su questo io ho sempre sgarrato. La mia droga sono le bollicine. Aprire la gola all’anidride carbonica è una libidine. Se proprio bisogna peccare, peccate qui, cedete alla minerale frizzante.
IL SEGRETO DEL MICROSONNO. Andate a dormire presto. Tra l’altro in molti dei paesi in cui ci si ferma non c’è proprio niente da fare. Un trucco potrebbe essere quello che mi ha insegnato un camminature compulsivo, i microsonni, piccole soste dormienti, anche di dieci minuti, sotto il primo albero che capita.
MAI UNA SOLA MAGLIETTA. Vestire bene. Intendiamoci. Non si parla di Dolce e Gabbana. Si parla di indumenti tecnici, che lasciano traspirare il corpo e aiutano a tenere asciutta la pelle. Costano. Ma sono indispensabili. Mai jeans né calzoni troppo stretti. Ideale: pantaloni lunghi che possono diventare corti. Per le magliette io ne ho sempre indossarne due, e “tecniche”. Una sotto molto attillata, una sopra larga e abbandonante.
MAI TORNARE INDIETRO. È contro lo spirito del viandante. Io lo ho applicato alla lettera, in maniera rigorosa ed estrema. Ho sempre tirato diritto. Non sono tornato indietro nemmeno per recuperare i documenti dimenticati in un albergo. L’errore va accettato e metabolizzato immediatamente. Fa parte del viaggio.
IL SOLE E’ INFINGARDO. Ungetevi. Protezione quaranta, il minimo. Si parte sempre la mattina convinti che non ci sarà il solleone rinunciando alla crema. E poi quando il solleone arriva la crema è sempre in fondo allo zaino. Il risultato è tremendo. Bravi quelli che usato copricapo modello desertico, che coprono testa, orecchie e collo. Praticamente Lawrence d’Arabia. Ma il sole è cattivo e infingardo. Tu ti proteggi la fronte e lui ti colpisce i polpacci.
ODORE DI SAPONE. Fate sempre il bucato. Nello zaino non c’è molta roba, ma è promiscua. Calzini a contatto con cibo. E non ci sono contenitori di plastica che tengano. Ci vuole poco a lavare mutande, calzini e magliette. È molto bello, quando si apre lo zaino, sentire odore di sapone di Marsiglia.
L’IMPORTANZA DEI RICORDI. Scrivete tutti i giorni. Un diario, un racconto, un blog. Fatelo la sera stessa, a costo di sacrificare un po’ di sonno. Le emozioni, i piccoli fatti, gli incontri, i nomi, le cifre, le scritte sui muri, i giornali locali, tutto il minimalismo tipico di una camminata del genere tende a attenuarsi, e quasi a scomparire, a partire dalla mattina dopo.
LA VESCICA E’ DEMOCRATICA. Usate scarpe usate. Solo un imbecille potrebbe iniziare un viaggio con scarpe nuove. Su quali tipi di scarpe convenga puntare è materia di interminabili dibattiti. Secondo me con gli scarponcini della misura giusta e con il doppio calzino per evitare lo sfregamento la vescica è fregata. Ma molti sostengono che anche se alcune scarpe sono come certi preservativi, “ritardanti”, alla fine la vescica non risparmia nessuno. La vescica è democratica. E’ solo una questione di tempo.
in questi tours però……ci manca il vino (buono)!
Commenti chiusi.