Facebook ogni tanto fa un regalino riproponendo ad anni di distanza alcune foto che erano apparse sul nostro account. Oggi, tra le altre, mi è apparsa la foto che ritraeva me e Mara Carfagna che scherzavamo chissà per quale motivo. Io l’avevo pubblicata. Eravamo in un locale di Roma, vicino alla Rai, la Madeleine, un bistrot di ispirazione parigina che andava per la maggiore in quei tempi. Ricordo che c’era il suo “braccio destro”, Luigi Crespi, e forse anche un suo fidanzato. Questo per dire che non eravamo noi due soli, in romantico aperitivo, alla Madeleine, come mi sarebbe piaciuto che aveste subito pensato. Io ero lì per convincere l’ex ministro alle pari opportunità a darmi una intervista. Gliel’avevo chiesta mille volte. Quella volta ci andai molto vicino ma alla fine fu ancora un “no”. In seguito continuai a chiedergliela mille volte. Mai. Non ho mai intervistato Mara Carfagna. E pensare che anni prima avevo addirittura presentato il suo libro “Stelle a destra”, moderando il dibattito con Cossiga e Alemanno, sfoggiando un mio meraviglioso cachemirino arancione (nonostante il divieto di entrare senza giacca nei locali della Camera). In quell’occasione vestivo un altro dei miei splendidi golfini, quella volta rosa. Ma nemmeno la mia incredibile eleganza riuscì a convincerla. Fu comunque un’occasione di simpatiche chiacchiere. Inutile che cerchiate di criticarmi. A me Mara piaceva molto e il suo clamoroso litigio con Alessandra (“Vajassa!”) me la fece piacere ancora di più. E mi piacque molto anche come fosse riuscita a passare con grande convinzione da omofoba a difensora del movimento LGBT accanto a Paola Concia e Vladimir Luxuria. Tutto questo blabla per spiegare la foto che accompagna questo post. Ce la scattò Luigi Crespi e non so su quale argomento stessimo scherzando. So solo che la pubblicai con questa didascalia: Mara:“Sa che lei somiglia molto ad Eugenio Scalfari?”. Claudio: “Sa che lei somiglia a Mara Carfagna?” D’accordo, si potevano fare battute migliori, ma io ho prodotto questa. E bisogna dire che la foto è molto bella. PS. Colgo l’occasione per rivolgere a Mara l’ennesima perorazione. “Me la dai questa intervista, maledizione?”
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