Questa è la storia (la storiella) di un gabbiano che conoscemmo a Salina, diciotto anni or sono. Di un gabbiano che non volava ma passeggiava. Lo avevamo battezzato Gab. Che fantasia.Poi, in un impeto di creatività, Gab Lerner. Era diventato uno dei nostri animali di Salina. L’anno prima avevamo conosciuto anche Rocky, il cane nero coi calzini bianchi che accompagnava le coppie e fare lunghe passeggiate da Santa Marina a Lingua. Un cane Cicerone. Ma di Rocky magari vi parlerò un’altra volta. Gab Lerner era un gabbiano grassottello e un po’ goffo. Non elegante come gli altri. La seconda volta che si mise a passeggiare sulla spiaggetta di Lingua davanti a noi, decidemmo di chiedere notizie. Si tratta – ci disse Gregorio, il proprietario del ristorante Il Delfino – di un gabbiano che è stato trovato ferito a una zampa, è stato curato e poi rimesso in libertà. Questo spiega la sua dimestichezza con l’uomo. Ma perché queste lunghe camminate intervallate solo da lunghe nuotate? Noi cominciammo a dargli dei pezzi di pane anche se Gregorio ci aveva detto che preferiva le aringhe. Dava l’impressione di un gabbiano vucumprà. Veniva da noi, poi andava da una coppia un po’ distante, un’altra mangiatina, poi si faceva una nuotata, poi tornava da noi. E poi da capo. Sempre camminando. Sempre arruffato. Durò una settimana. L’ultimo giorno, dopo aver giocato tutto il giorno con noi, forse aveva capito che stavamo per partire, ci guardò intensamente, un battito d’ali e si alzo in volo. Se ne andò. Capito il Gab? Ci aveva preso per il culo tutti per sette giorni. Volava come un F104.
ma perchè queste belle storie non le scrivi sul “fatto quotidiano”?
Sarai anche Anziano ma sei ancora FORTE, continua a volare come un F104 e non ti stancare👍🏼😘
Mi piace Gab, chissà se riappare quando tornerete a Salina. Faccelo sapere
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