Sono le 22.40. Mia sorella mi ha già telefonato per farmi gli auguri di buon anno. Mi dice che si stanno mettendo ai fornelli e poi mangeranno il cenone e poi giocheranno a burraco. Io le dico che abbiamo finito di mangiare due ore fa e che stiamo andando a letto di corsa per evitare i botti che spaventano tanto la piccola Billie. Il nostro cenone è stato molto modesto. E mi ha ricordato quello del 2016 quando reduci dall’australiana (vi ricordo, vomito e cagotto, tanto per fare sfoggio di raffinatezza) mangiammo talmente poco che lo ricordiamo ancora anche perché lo battezzammo “il cenino”. Brindammo ad acqua minerale NON GASATA. E festeggiai anche con un post che vi riporto qua di seguito tanto per farvi felici.
IL CENINO DELL’ULTIMO DELL’ANNO
Reduci entrambi dall’australiana, io e mia moglie, accuditi da Billie, abbiamo deciso di prepararci soli soletti un cenino dell’ultimo dell’anno. Carote, finocchi e sedano in pinzimonio più tre fette di prosciutto. Brindisi con acqua semplice e una fetta di torta. Adesso aspettiamo i botti, non perché mi piacciano ma perché fanno paura a Billie. E poi a dormire. Che meraviglia.
Incredibile, ci furono dei commenti. Antonia scrisse: “Anche se io e mio marito non abbiamo avuto l’australiana abbiamo deciso di restare a casa con cime di rapa e affettato dei Sibillini. Buon anno”.
Buon anno. Cime di rapa, che meraviglia. Sono ormai le 22.51. Debbo sbrigarmi se voglio andare a letto prima dei botti. Ma non posso esimermi dal riportare anche il post che avevo pubblicato per Natale, quando festeggiai a Perugia da mia sorella (che nel frattempo spero abbia finito di cucinare e si appresti a servire a tavola): Ecco il post.
UNA FAMIGLIA DI UNTORI EFFICIENTI
I tre piccoli bambini tanto simpatici e tanto carini abitano a Corciano e da quelle parti si beccano la influenza australiana. Vomitano tutto il vomitabile (ci sarebbe anche il cagotto ma non posso stare a raccontarvi tutto, anche se l’argomento è di quelli che catturano l’attenzione e stimolano l’empatia) e come in un gioco di società passano il batterio alla zia, alla nonna, alla bisnonna centenaria e alla badante della bisnonna centenaria. La nausea, e il cagotto, si spostano ma rimangono sempre in famiglia e sempre nella dolce Umbria. A questo punto, come un pirla, arrivo dalla capitale io, che sarei il figlio della bisnonna centenaria, il fratello della nonna e lo zio della zia. Grande pranzone di Natale e, la notte, arriva il mio turno. Non prima però di un burraco con gli amici umbri. Gli untori della mia famiglia smettono di essere i tre piccoli bambini e io mi assumo il gradito compito si diffondere l’australiana. Forse sono proprio i batteri a darmi la forza di arrivare terzo al torneo di burraco. A questo punto parto, su un treno Italo, e risalgo lo stivale. A Lavarone mi aspettano Penelope, Billie (pastora australiana che se ne frega perché la malattia è roba del suo paese), mio figlio, due giovani tedeschi e un boxer di nome Boris. Il tempo di salutarli da lontano e mi infilo nel letto. Ma l’australiana è più veloce del vento. Il giorno dopo fa finta di non esserci ma la notte fa il suo dovere e colpisce inesorabilmente mia moglie. Mio figlio e i tedeschi se la danno a gambe per tempo e scappano a Camogli. Ingenui. Stamattina arriva la notizia che all’australiana non la si fa. Due su tre passano la notte in bagno. E’ tempo di bilanci. Come untori io e i miei famigliari siamo al top. Ma abbiamo fallito, almeno per ora, i partecipanti del torneo di burraco che non mostrano sintomi (credo che abbiate capito ormai di quali sintomi si tratti) e, a quanto ne so, sembra che siano scampati anche i viaggiatori del treno Italo. Le telefonate si intrecciano anche se i particolari fanno schifo. Leggo sul giornale che in Italia siamo più di un milione in queste condizioni. Vi prego solo di non dare tutta la colpa a me. Sono stati quei mascalzoni dei tre piccoli bambini di Corciano a cominciare.
Ecco quanto vi dovevo per farvi partecipi dei miei fantasmagorici festeggiamenti di fine anno. Si è fatto tardi. Sento i primi botti. Billie si è già ficcata sotto il piumone con le zampe sulle orecchie. Anche quest’anno l’ho sfangata. Voi continuate pure a fare gli stronzi con champagne e panettoni.
te rode eh
ho risposto te rode eh, ma il sistema mi ha detto che probabilmente l’avevo già scritto. manco pensato l’avevo
Io vivo secondo un fuso orario tutto mio personale, ho pochi parenti e non li vedo da tempo. Mi sono persa l’australiana. Avevo altri guai di salute. Mi chiedo se sia di buon auspicio iniziare l’anno così. Veramente ho già messo sul fuoco le lenticchie. Non siamo da cenoni, cotechino e lenticchie oggi a pranzo. Che poi non ho mai capito perché mi arriva il link sulla posta di virgilio. E per molto tempo non venivano accettati commenti, Mi si scambiava per un hacker. Io secoli fa ti leggevo su iodonna e facevi anche il femminista come tutti quelli di sinistra. Quegli articoli su questo blog non sono riuscita a trovarli. Buon anno.
noi ci siamo dati il buon anno alle 17 con nostro figlio, con moglie e bambina, in quanto vivono a singapore (era mezzanotte)vedendoci su skype. pertanto…..il 2020 era già passato.
buon 2021 a tutti.
Quasi idem da anni, molto gratificante ignorare le feste comandate
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