Appena arrivato nell’antica capitale del Vietnam che sia chiama Huè, compro una maglietta per la mia amica Elena che, essendo di Napoli, ed essendo una frequente utilizzatrice dell’esclamazione Uè, apprezzerà sicuramente. Il vietnamita è una lingua strana. Una volta utilizzava gli ideogrammi cinesi, retaggio della dominazione della Cina. Ma piano piano, grazie al lavoro di un missionario gesuita, Alessandro de Rhodes, durante la dominazione francese, si passò alle lettere latine che avevano il vantaggio di rappresentare l’effettiva pronuncia. I vietnamiti ci aggiunsero una serie di accenti, apostrofi, cediglie e segnetti vari per variare I toni. Il risultato è che noi italiani ascoltiamo delle parole che non capiamo ma ogni tanto crediamo di capire. Le parole vietamite sono monosillabiche. Quindi non esistono accenti come i nostri che rendono le parole sdrucciole, bisdrucciole, tronche e piane. Perciò per I vietnamiti è difficile, quando imparano l’italiano, non sbagliarlo. Luna, la nostra guida, parla bene l’italiano ma non becca un accento. Dice “ètnia” e “andàvamo” e “passeggiàno” e noi, che siamo ipocriti ma cafoni, facciamo finta di non ridere ma ridiamo dentro.
Huè, stavo dicendo. La dinastia Nguyen, tredici imperatori che governarono il Vietnam dal 1802 al 1945, la scelse come capitale e la fortificò con mura e fossati. Perché, diciamolo, i vietnamiti erano litigiosi forte e non facevano altro che darsele di santa ragione fra di loro, oltre a combattere contro i nemici esterni. Gli imperatori delle varie dinastie, inoltre, cambiavano i nomi di quelli che si chiamavano come i re precedenti e li ribattezzavano con i loro. Gli Nguyen non furono da meno: ammazzarono più Ho che poterono e dettero tanti privilegi a quelli che si chiamavano Nguyen o che decidevano di prendere il loro cognome. Per cui se a quei tempi incontravi un amico che si chiamava Ho e lo salutavi, “Buongiorno signor Ho”, quello ti rispondeva, “Signor Ho lo dica a sua sorella, io mi chiamo signor Nguyen”. Poi si aggiunsero i francesi che volendo fare un censimento decisero che si chiamavano Nguyen tutti quelli che erano talmente poveri che non avevano nemmeno
il cognome. Fu così che gli Nguyen crebbero a dismisura ed oggi sono circa 40 milioni e rappresentano il quarto cognome più diffuso nel mondo. Come fanno a distinguersi l’uno dall’altro? Semplice. Si danno un altro nome, chiamato nome di mezzo, che sta tra il cognome e il nome. Un po’ è avvenuto dalle parti mie, a Luserna, dove tutti si chiamano Nicolussi, ma si sono dati anche un altro nome. Un anno il consiglio comunale di Luserna era composto da venti Nicolussi. E pensate al casino dell’appello delle classi: “Nicolussi” “Presente” “Nicolussi” “Presente” “Nicolussi” “Presente” “Ma dove è Nicolussi?” “Nicolussi è assente signora maestra” E pensate alla radiocronaca di una partita se il Luserna fosse una squadra di calcio. “Nicolussi passa la palla a Nicolussi che la cede a Nicolussi che fa un traversone e Nicolussi di testa goal!”.
Ma non stavamo parlano di Huè? Dunque, visitiamo la splendida cittadella. Un’ora e mezza fra templi e pagode e budda e monumenti. E poi il pomeriggio visita della tomba dell’imperatore Tu Duc. Che a vederlo scritto così sembra facile. Ma la nostra guida, Luna, lo pronuncia Td e ogni volta sembra che abbia il singhiozzo con quell’accento sulla “d”. Tu Duc si costruì la tomba prima di morire. E venne così bella che decise di andarci ad abitare. Era praticamente un palazzo reale. Sappiamo ora dove, in piccolo, si era ispirato Berlusconi. Tu Duc ruppe i rapporti con i paesi europei ed essendo devoto a Confucio perseguitò i cristiani uccidendo molti missionari. Fu il suo errore che dette impulso alla colonizzazione francese. Sulla stele della sua tomba Tu Duc fece scrivere le sue scuse al popolo vietnamita per non averlo saputo difendere.
Ma c’è un mistero. Dov’è il suo corpo? Luna ci mostra una vasta area dove potrebbe essere. Ma non il punto esatto. Perché un vizio che avevano le dinastie, ci racconta Luna, era quello di profanare le tombe e fare scomparire i corpi di quelli che li avevano preceduti. Così Tu Duc ordinò di assoldare 50 scavatori, seppellire il corpo in un luogo noto solo a loro, e poi, alla fine ammazzarli tutti e 50. Che gente questi vietnamiti.
no comment
E il pelo? Mi ricordo tre situazioni di stupore (un casellante, una bambina, un taxi-ciclista) per il mio braccio mediamente peloso e vollero accarezzarlo…
Sono peloso anche io ma non mi voleva accarezzare nessuno
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