E’ passata quasi una settimana da quando abbiamo cominciato a girare per il Vietnam del nord (mi raccomando la minuscola). Abbiamo mangiato seduti per terra in posizioni da kamasutra, abbiamo dormito per terra protetti da esili tende, abbiamo fatto splendide passeggiate tra gli orti e le risaie osservando contadine piegate in due con i loro bambini sulla schiena, abbiamo salito 150 gradini per osservare dall’alto, a Quan Ba, le Nui do go tien, le famose due tettone della fata (che sarebbero due colline a forma di seno in mezzo ad una bellissima valle), abbiamo imparato grazie ai racconti della nostra guida come ci si sposa in Vietnam e come funzionano i funerali, abbiamo visto il grande m unumento al Khen, il flauto simbolo degli uomini che se ne servono per attrarre le ragazze. Abbiamo anche giocato a Dacau, con esiti penosi.
La serata più esaltante, finora, è stata nel viallaggio Chi, a Quang Pinh, dove le donne del paese ci hanno dedicato una serie di danze etniche della Casa Comune sotto lo sguardo serio di una statua di Ho Chi Minh che, accanto ad una bandiera rossa con falce e martello (finalmente!) non sembrava tanto approvare. Le signore, tutte vestite elegantemente in nero e cinture colorate hanno preteso che ci esibissimo anche noi. E’ stata una cosa penosa. Abbiamo cantato Bella Ciao, Papavere e Papere, Nel blu dipinto di blu. Io mi sono esibito in un assolo di Aveva un bavero che ha avuto un discreto successo. Poi tutti insieme abbiamo intonato Vietnam Ho Chi Minh. E’ stato quando abbiamo visto la statua del grande politico e combattente vacillare. Abbiamo anche ballato, una cosa tremenda. Meno male che le sei signore si sono esibite nella danza dei gesti contadini, una specie di Gioca jouer, che Dio mi perdoni l’accostamento. E poi siamo tornati ad Hanoi dove Annalia si è fatta fregare il cellulare.
Ma ad Hanoi me l’hai comprato il “Patak Philip” da 30 dollari?
Peccato per il cellulare di Annalia. Come faremo a ricevere le immagini? Meno male che abbiamo fatto in tempo a vedere le ballerine e il busto di Ho Chi Minh!
Messaggio di Ho Chi Minh ad Annalia: dò là mot team Hoá, tieni Viet cin chào mi Ciai , cin Loi Khong cõ chi? Toni ten lá, câm on, me cojò. Che tradotto vuol dire : che “mbranata!
Dopo l’esibizione del Dacau in piazza Ho Chi Minh, sulla Gazzetta locale è comparso un articolo minaccioso: Girano per le nostre valli e le nostre Tettone cinque occidentali completamente “fusi” che ci prendono per il kulo da mane a sera. Non sanno che verranno presto internati a Dachau senza noodles né cellulari. E che Kaz!
Rubato il cellulare ad Hanoi?!?! Impossibile, ai ladri tagliano le mani. Ammettilo che sei a Napoli !!!
Materassi e motorini, due pezzi magistrali, cosa puoi aggiungere a tanto fulgore? Donne, svegliatevi! L’Anziano vi surclassa, riesce a dormire sui motorini e a non farsi investire dai materassi…Boh?!
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