Piccolina, con viso simpatico ed allegro, Luna ci attende fuori dall’aeroporto di Hanoi. La nostra accompagnatrice parla italiano per fortuna e ci condurrà in giro per il Vietnam settentrionale a bordo di un Transit. Ma come prima cosa ci porta all’albergo dove piomberemo nel sonno più assoluto che ci fa superare una tonnellata di jet lag. Quando ci alzeremo e ci avvieremo al ristorante saremo immersi nella movida di Hanoi del sabato sera.
Tutto si svolge attorno al lago della spada ritrovata. Luci, chiasso, bambini urlanti, giovani che giocano lo strano gioco che si chiama Dacau, palleggiando con una piuma, altri ragazzini che costruiscono con legnetti squadrati alte torri destinate a crollare, macchinette elettriche che impazzano per la gioia degli infanti, gente che canta a cappella, concerti. Trovo anche un grande padiglione Piazza Italia dove mandano in diretta Juventus Atalanta tra una mini fontana di Trevi e una mini Torre di Pisa, cinema all’aperto dove danno “Quo vado” di Zalone, una bancarella sponsorizzata dal locale Milan Club (ma il ragazzo con la maglietta rossonera mi confessa che fa il tifo per la Lazio). E poi cibo di strada, pittori che ti fanno il ritratto (potevo ritrarmi?), giochi luminosi. Ci imbattiamo anche in ragazzi con un gatto in braccio che portano a prendere un po’ di aria (inquinata) il loro felino. Finiamo in un baretto. Barbara batte ogni record di folle rischio ordinando un caffè con l’uovo. Ogni sabato sera il centro storico di Hanoi ha questo impazzimento. Fendendo la folla, circondati e travolti da migliaia di motorini rumorosi, districandoci fra i microscopici tavolini dove i vietnamiti mangiano cibo cucinato per strada seduti su microscopici seggiolini, torniamo in albergo ponendo fine alla nostra prima giornata hanoiese (hanoica? hanoina? hanoista?). Ho cercato invano ritratti di Ho Chi Minh. Me ne vado a letto chiedendomi se sia stata sempre così la capitale del comunismo vietnamita.
(non riesco a caricare le foto, ne riparliamo)
Quella che sembra movida del sabato è la normale situazione di tutti i giorni. Ho Chi Min ha il suo Mausoleo. Enorme gigantografia la trovi all’ufficio postale. Almeno undici anni fa.
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