Ognuno ha il suo popolo. Il popolo dei grillini è diverso da quello dei democratici e da quello dei leghisti. Per i grillini il popolo è la piattaforma Rousseau. Per i dem esiste la democrazia rappresentativa e il popolo delega. Per la Lega il popolo sono quelli che tuittano. Ma questa è la politica. Il fatto è che anche per la gente comune esistono tanti popoli. Come spesso accade serve un evento banale per rendersene conto. Vedi il Festival di Sanremo. Stracciaculi che canticchiano fanno il diavolo a quattro per salire sul palco dell’Ariston. L’ultima cosa a cui pensano è il regolamento, perché Sanremo è come le Olimpiadi. L’importante non è vincere, l’importante è partecipare. Quindi va bene il televoto, va bene la giuria d’onore, vanno bene i voti della sala stampa. Prima si potrebbe discutere. Perché quegli otto, oltretutto tutti di sinistra? Perché i giornalisti, con la loro ignoranza, con la loro partigianeria?
Io aggiungerei: perché il televoto? E’ quello il popolo? Che cosa c’è di popolare nel televoto? Sono popolo i fans sfegatati che possono votare più volte? I fans non votano la canzone più bella, votano i loro beniamini. Vi immaginate alle politiche? Tre voti a Di Maio e due alla Meloni… Quando c’erano le polemiche sulla Var io proposi che potessero decidere sull’assegnazione del rigore tutti gli spettatori paganti guardando l’azione sul megaschermo. Anzi, mi spinsi più in là. Si decida col televoto. Eh no! Non si può lasciare la decisione ai tifosi. E perché no? Se si vota a Sanremo col televoto non decidono i tifosi dei cantanti? Ricordate quando votavano giurie regionali? Ricordate quanti voti prendeva Albano nelle Puglie? Il popolo è una finzione. Col televoto votano gruppi organizzati dalle case discografiche che investono paccate di soldi in attesa del ritorno commerciale. Sono popolo le case discografiche?
E allora? Allora chissenefrega del popolo, anzi dei popoli. Le classifiche sono un gioco, una finzione. Alla fine conta il mercato. Sanremo è una passerella, uno spettacolo, un concerto, che consente a molti cantanti sconosciuti ai più di avere il loro quarto d’ora di visibilità. Il mercato è il popolo. Ricordate Vasco Rossi penultimo? Ricordate i Jalisse primi? Personalmente preferisco le giurie di qualità. Magari non di otto persone. Giurie di 100, di 200 persone che capiscano di musica, che sappiano distinguere musicisti da strimpellatori. Altrimenti nelle gare di tuffi, in quelle di pattinaggio, in quelle di ginnastica si potrebbero abolire i giudici e passare direttamente al televoto. E’ il popolo sovrano.
Si corre il serio rischio di non riuscire a dissentire, troppo buon senso. Che fine ha fatto “l’anziano” che, inevitabilmente, è pervaso da sana demenza senile?
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