Caro Giovanni, ti ho incontrato qualche giorno fa al circolo canottieri aniene e ti ho trovato bello pimpante. Complimenti. In fondo hai 59 anni e giravi tra i tavoli come un ragazzino, in pantaloncini da vero sportivo. Ci siamo scambiati qualche facezia e poi ognuno ha continuato nei suoi affari. Avrei però voluto fermarti e dirti una cosa che da tempo mi gira nella testa. Da tempo avrei voluto parlare con te di un problema: le olimpiadi invernali. Leggo che il Coni da te presieduto sponsorizza le candidature di Torino e Milano. Di Milano, di Torino o di Milano con l’appendice di Torino. E in subordine, ma molto in subordine, troppo in subordine, Cortina d’Ampezzo e il Veneto.
Caro Giovanni, quando tu non eri ancora nato, nel 1952, mio padre trasferì la nostra famiglia nella valle d’Ampezzo perché era stato nominato capo dell’ufficio stampa delle Olimpiadi invernali di Cortina. Passammo a Cortina tre estati più un anno intero. In totale 24 mesi, il periodo forse più bello della mia vita. Avevo otto anni. Imparai a sciare, a salire le montagne sotto la guida di chi aveva scalato il K2, scoprii il fondo e il pattinaggio, andavo a vedere le gare di bob, gli incontri di hockey, i salti al trampolino di Zuel, i grandi pattinatori sul lago di Misurina. D’estate, il mio padrone di casa, portava tutti noi ragazzini su un carretto trainato da lui a raccogliere il fieno. D’inverno avrebbe poi vinto la medaglia d’argento nel bob a quattro. Poi arrivarono i novecento campioni che avrebbero combattuto per le medaglie. Era una situazione favolosa. Non erano le olimpiadi mastodontiche di oggi. Gli atleti alloggiavano negli alberghi come i turisti. Passeggiavano per il corso di Cortina, andavano a prendere l’aperitivo al Posta o a bere vino rosso o birra nelle osterie. E si fermavano a parlare con la gente. I ragazzini facevano incetta di spillette ed io andavo a fare i dovuti scambi con gli atleti russi. Una cosa impensabile oggi, con gli atleti chiusi nel Villaggio e guardati a vista dagli agenti della sicurezza. Cortina d’Ampezzo era già famosa allora, ma da quel momento divenne la stella più lucente fra le stazioni turistiche invernali.
Caro Giovanni, che c’entra Milano con gli sport invernali? Lo so, non me lo stare a dire: le olimpiadi sono un volano di sviluppo turistico ed economico. Ma allora candidate Milano alle manifestazioni di sport “estivi”. A che serve far vedere al mondo la madonnina e far credere alla gente che Bormio sia la montagna di Milano che dista da Milano 200 chilometri e tre ore di auto? La caratteristica e l’immagine delle olimpiadi invernali sono la neve, il ghiaccio, le montagne, le piste, i trampolini. E Milano che cosa c’entra? Fare le olimpiadi invernali a Milano vorrebbe dire far capire a tutti la verità e cioè che ormai le olimpiadi sono solo una grande mastodontico affare.
Caro Giovanni, rimanda questa rivelazione, nascondi ancora per un po’ che la neve non serve più alle olimpiadi invernali, e soprattutto fallo per me, per quei miei meravigliosi quattro anni. Settantanni dopo fai tornare le olimpiadi a Cortina d’Ampezzo.
Standing ovation, Claudio. Grazie come sportivo e come Veneto !!!
Hai ragionissima.
Davvero interessante e pieno di informazioni utili questo post 🙂
Ho giusto avuto tra le mani un paio di anni fa il “libro” realizzato da tuo padre per le olimpiadi del ’52. Gran bel lavoro!
Sarebbe stato felice dei tuoi complimenti
Lettera ad un vecchio amico che un giorno era stato un bambino felice di 4 anni
Caro vecchio mio, non voglio mandare in blackout la tua memoria ma oramai Roma, Milano e Cortina sono delle vecchie rovine e attirano solo turisti giapponesi prima del loro ultimo viaggio verso la calma. Ivrea invece è la città del futuro, qui la neve è di casa tutto l’anno o quasi. Primavera anche d’estate e ogni tanto anche d’autunno. E a breve ci saranno le elezioni, e noi di Ivrea+Bella abbiamo ridato il nostro Manifesto per fermare l’avanzata dei tartari e ridare degnità anche ai pensionati. Caro vecchio mio, porta i tuoi amici e venite a trovarci per favore, anche virtualmente, e non vi scordate di mettere “mi piace” naturalmente…. E che Marx mi perdoni. Saluti e non dico altro anzi con questo ho detto tutti.
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mm
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