Che cosa vuol dire avere a disposizione (“ad uso esclusivo”) un’automobile, con benzina pagata, assicurazione pagata, manutenzione pagata e due autisti? Io, se me lo avessero chiesto, avrei risposto che l’auto doveva essere usata “esclusivamente” da colui al quale era stata concessa. Problema non da poco se si pensa che l’auto in uso esclusivo costa allo Stato, cioè a noi, 750 euro al giorno, secondo quanto ho letto sui giornali. Ma il giudice che è stato indagato dal suo collega Paolo Jelo per aver dato in uso la macchina alla moglie, per le compere, per i viaggi, per le vacanze, ha detto che riteneva che l’aggettivo esclusivo volesse dire che poteva farne l’uso che voleva. Problemi di lessico oltre che di etica. Ma vediamo chi era la moglie. Era, anzi è, un avvocato di sinistra, ex consigliera comunale di Milano (il marito invece è un ex avvocato di destra, diventato giudice costituzionale). Vabbè, vuoi vietare a una moglie di andare a fare la spesa con la benzina pagata dagli italiani? Ecco però magari sorprende un po’ scoprire che l’avvocato di sinistra moglie del giudice di destra ha discusso in un pubblico convegno, soltanto qualche mese fa, dell’abuso di potere nelle relazioni fra uomo e donna nei luoghi di lavoro. Meritevole che l’avvocato di sinistra si sia preoccupata dei diritti di genere delle donne ma sarebbe stato bello che si fosse preoccupata anche dei diritti degli uomini, in genere, di non vedere sperperati i soldi delle loro tasse.
I nomi ?
Povera me, deve essere ben caduta in basso la scuola italiana. Ai miei tempi il significato delle parole veniva insegnato fin dalle elementari…
Piccole grandi contraddizioni, da lungo tempo invisibili a destra, al centro,a sinistra. Qualcuno (meglio, qualcuna) diceva che il potere corrompe.
mi sale il grillismo, quando leggo queste cose!
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