Ogni tanto una persona perbene ed intelligente dovrebbe ricordarsi che cosa è la politica. La politica è quella branca del sapere e dell’agire, quella scienza (?), quell’arte (?) che i popoli usano per mettersi d’accordo su come amministrare la cosa pubblica. Cioè: mettersi d’accordo. Io una volta avevo un amico, Mario Spinella, un intellettuale organico come si diceva allora, uno con una grande capoccia, che si era laureato alla Normale di Pisa, aveva partecipato alla lotta partigiana, era stato segretario di Togliatti e perfino direttore della mitica scuola delle Frattocchie dove si istruivano i quadri dirigenti del Pci. Un giorno mi disse che lui era per il proporzionale estremo, un deputato per ogni cittadino. Ovvio, una provocazione. Ma ogni tanto ero portato a pensare che lo dicesse sul serio. Era un tipo strano. Un sognatore, un po’ fuori dal mondo. Un giorno andai a mangiare in un ristorante di Milano. All’ingresso notai un assembramento, gente agitata, macchine della polizia, poliziotti che correvano a destra e a sinistra con le pistole in mano. Chiesi. Mi dissero che c’era appena stata una rapina. Con tanto di sparatoria. Entrai e notai, solo soletto, Mario Spinella ad un tavolo che mangiava tranquillo una milanese. “Mario, che cosa è successo?”. “Niente, che cosa deve essere successo?”. “Ma c’è appena stata una rapina. Hanno sparato!”. “Una rapina? Ma non mi dire. Non mi sono accorto di niente”. Era fatto così Mario Spinella. E’ morto quasi 25 anni fa. Ma a me è rimasto impresso nella memoria il suo proporzionale estremo. Perché ne parlo oggi? Perché io penso che la politica sia l’arte di mettersi d’accordo. Oggi Angela Merkel si è messa d’accordo con Schulz. Di nuovo GroKo. Due partiti che la pensano in maniera diversa rinunciano ognuno ad un pezzetto del proprio programma e governano insieme. Noi della sinistra, invece, non riusciamo nemmeno a presentarci alle elezioni, insieme. A destra sono più bravi. Statalisti insieme a secessionisti. Liberali insieme ad assolutisti. Tolleranti insieme ad arroganti. Europeisti insieme ad antieuro. Diciamo a sinistra: “Un armata Brancaleone che si tiene insieme solo per la voglia di vincere”. E allora? La voglia di vincere è la voglia di governare che è il principio fondante di ogni democrazia. Ma a sinistra no. A sinistra ormai spacchiamo l’atomo in mille. Nessuno rinuncia a nulla. Le proprie idee sono talmente belle e indispensabili che non possono essere sacrificate a nessun compromesso. Renzi dice che bisogna andare insieme ma non cede nemmeno sul minimo sindacale. La sinistra dice che non bisogna far vincere la destra, ma si tiene tutte le sue convinzioni fondamentali. E che Renzi si fotta. E’ questo che differenzia la sinistra dalla destra: non gliene frega niente di governare.
Di ‘valori’ e di etica di sinistra del Novecento non è rimasto quasi nulla. Oggi probabilmente resta solo la convinzione della coerenza delle proprie idee e della sua non compromessibilità.
Una sera due si incontrano al bar, si piacciono e passano una notte di sesso sfrenato. La mattina dopo lei: non mi ricordo come ti chiami ma so che sei comunista. Lui: si, è vero come l’hai capito? Lei: semplice, quando sei sotto, urli e sbraiti, quando sei sopra non sai cosa fare. E avanti popolo!
Il sistema proporzionale è l’unico che mi ispira un’idea plausibile di democrazia. Mettersi d’accordo a prescindere per sperare di governare significa mettere all’ammasso le idee e le convinzioni dei vari partiti costringendoli di fatto a piegarsi ai voleri del più forte. L’accordo dovrebbe invece nascere dalla collaborazione di tutti i rappresentanti del popolo per il conseguimento del bene di tutti i cittadini.
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