Io me la ricordo bene quella storia del tetto massimo di 240 mila euro all’anno. Doveva valere per tutti ma alcuni, più uguali degli altri, si ribellarono e dissero che loro portavano tanti soldi alla Rai con i loro programmi e che quindi meritavano di più. A me pareva che fosse un discorso del cavolo, che questo assunto era tutto da dimostrare, ma loro dicevano che i programmi di infotainment erano programmi speciali, che non potevano essere considerati alla pari dei programmi giornalistici e che loro stessi non erano dei giornalisti, ma degli artisti. Passò questa linea: Bruno Vespa e Fabio Fazio non erano giornalisti, erano artisti. Anche questo mi sembrava un discorso del cavolo. Se uno fa un programma basato esclusivamente su interviste, non è un artista, è un giornalista, che sia iscritto all’Ordine come Vespa o che non lo sia più come Fazio. Ma vinsero loro perché, dissero gli alti vertici della Rai, se avessero perso se ne sarebbero andati verso altri lidi. Anche questo mi parve un discorso del cavolo perché se uno se ne va dalla Rai vuol dire che non se la merita ed infatti alla fine sono pochi quelli che se ne vanno dalla Rai e sono molti di più quelli che vogliono entrarci o tornarci. Ma vabbé, questa è la vita. Ma poi i nodi vengono al pettine. E il pettine si chiama par condicio. Durante la campagna elettorale la Rai si dà un regolamento per evitare che alcune forze politiche possano essere favorite ed altra sfavorite ad arbitrio dei conduttori dei vari talk show. Per questo le presenze vanno calcolate col bilancino e le varie trasmissione vengono ricondotte sotto il controllo di un telegiornale o di un giornale radio. E per questo possono ospitare politici solo le trasmissioni giornalistiche condotte da giornalisti. A me questo è sempre parso un discorso del cavolo ma queste sono le regole e a queste regole bisogna attenersi. Bisogna? No, bisognerebbe. Perché a questo punto Vespa e Fazio hanno deciso che non sono artisti e che loro vogliono intervistare i politici come hanno sempre fatto. Dovrebbero intervenire i politici, attraverso la Commissione di Vigilanza, a pretendere che vengano rispettate le regole. Ma i politici dicono che no…non sarebbe giusto di privare gli italiani di quel palco…che Vespa e Fazio sono fondamentali per la politica e per la democrazia… e, altrimenti, dove potrebbero andare loro a diffondere il loro fondamentale pensiero? Ed infine le regole vengono bellamente calpestate da quegli stessi che le hanno stabilite. E’ bello vivere nella patria del diritto.
in italia le regole sono un optional. comunque sono anni che non guardo le trasmissioni di questi due artisti/giornalisti perchè mi vengono su per una gamba, e con loro….i politici.
Non ho la televisione da vent’anni perciò non seguo giornartisti. Però, rispettare una regola che sia una, no? Hai ragionissima quando dici che chi se ne va non merita di esserci.
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