La Carretera Austral è la Carretera Austral. Così come Sanremo è Sanremo. Non si discute. Questa versione sudamericana della Salerno Reggio Calabria procede imperterrita chilometro su chilometro e macina pueblos e ciudad come fosse niente. Siamo verso la Fine del Mondo, come ci ricordano continuamente i cartelloni che pubblicizzano il “Chile Mejor”, 6 per 9, come quelli di Berlusconi. Prima o poi arriveremo a Caleta Tortel, niente a che vedere con Rana e con l’Emilia. Non ridete: abbiamo scoperto una città, Capitan Pastene, dove sono tutti italiani o eredi di quei cittadini emiliani (diciannove famiglie) che importarono in Araucaria piadine, pasta e tortellini.
Ma no, nel caso di Caleta Tortel, i tortelli di zucca non c’entrano. La Carretera Austral per adesso non è una grande cosa. Cantieri su cantieri, tanti operai, tanta polvere e ogni tanto asfalto. Ogni tanto, anche, improvvise città, come Puerto Aysen, dove siamo rimasti colpiti da un grande ponte arancione e dal monumento a Padre Antonio Ronchi, il prete di Cinisello Balsamo di cui vi ho parlato ieri, quello che a forza di aiutare la povera gente della Patagonia fu fregato dalle autorità ecclesiastiche come capita a tutti i pretacci buoni che seguono quello che dicono che dicesse Gesù Cristo. O come quella dove siamo oggi, Coyhaique, che solo a pronunciarla ti vengono le emorroidi, dove scopriamo supermercati simil Esselunga, mega store simil Mediaworld, bambine vestite Hello Kitty con in braccio Barbie che ti fan capire che puoi anche arrivare alla Fine del Mondo ma la globalizzazione nion ti molla un minuto tanto che non apro mai la televisione per paura di vedere comparire Bruno Vespa. Siamo approdati all’Hotel Belisario Jara dopo aver mangiato a Chacabuco (scusate l’offesa) sotto l’occhio vigile di un paio di ghiacciai. Qui i ghiacciai sono all’ordine del giorno. Tra il “campo de jelo norte” e il “campo de jelo sur”, estensioni immense di ghiaccio grandi almeno quanto l’Italia, ci sono ghiacciai come piovesse, quasi numerosi quante le volte che Ezio va a fare la pipì di giorno e di notte. Con la differenza che i ghiacciai sono più discreti e non la menano continuamente con discorsi sull’operazione alla prostata.
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