Padre Pio
Chiloè è senza dubbio un’isola, ma non avete idea. Non è una isola come la Sicilia, che è una regione.
Chiesa
E non è nemmeno una isola Come Salina, che è piccola. E’ una isola come in Italia non ce ne sono. Molto ma molto più grande dell’Elba tanto per dare una idea. E’ piena di paesi, ha una capitale, un sacco di case e di strade e di ponti e di traghetti, perché è anche un arcipelago, un pezzo di terraferma e anche tante penisole. A Chiloè, ad un certo punto mi è sembrato di stare in Italia perché ho visto un grande pilone in mezzo ad una canale e due grandi piloni uno da una parte e uno dall’altro. Il ponte sullo stretto di Chiloè. Così, incompiuto, perché la ditta è fallita. Non vi ricorda qualcosa?
Comunque loro almeno lo hanno cominciato perché quando ci sono gli stretti, pensano, ci debbono essere anche i ponti. A Chiloè ci sono un casino di chiese, c’è una cappella ogni chilometro. Le chiese grandi sono tutte di legno, bellissime, coloratissime, costruite tutte con incastri attenti a non mettere nemmeno un chiodo. Alcune sono patrimonio dell’Unesco. Hanno architetture una diversa dall’altra. Molte di loro cambiano colore ogni cinque anni e il colore viene scelto dai bambini dei vari quartieri. Ci sono tante madonne, tanti cristi, tanti santi e ho trovato anche un orrendo ma immancabile padre Pio. Sono costruite con legni durissimi, anche le colonne sono di legno, di un legno speciale che si chiama luma. E’ talmente duro, dice la guida Soledad, che lo usano per fare i manganelli dei carabineros. I tetti e anche le pareti sono tutte realizzate con le tejuelas, sostanzialmente le nostre scandole di larice. Se c’è la madonna protettrice c’è anche la bandiera cilena e in una ho trovato il ritratto di papa Wojtyla. Nessuno mi ha spiegato perché non ci fosse il papa aggiornato, cioè Francesco. Il sospetto che un papa argentino non sia ben visto in Cile è forte. Chiloè è piena di racconti, di favole e di leggende. A Chiloè c’è un una specie di mostro, Treuco, un nano senza piedi che gira per l’isola di notte violentando e mettendo in cinta le fanciulle. Così dicono le fanciulle quando restano in cinta e non sanno dire chi è il padre. Poi ci sono anche due serpi, Can Can Pilu e Ten Ten Pilu, una buona e una cattiva, una padrona della terra e una del mare, che litigano sempre. Ed è questo il motivo per qui a volte c’è l’altra marea e a volte c’è la bassa marea. Dipende da chi vince. Le maree sono alte anche sette metri e per questo sulle rive ci sono molte palafitte, carinissime, costruite quando per costruire sulla terra bisognava pagare tasse e sul mare no. Erano i tempi di Allende e si sa che Allende era dalla parte della povera gente. Poi c’è anche una vascello che compare nei giorni di nebbia, un vascello che vola, si chiama caleuche, e vi si svolgono feste grandiosi e lui vola tutto illuminato, una specie di olandese volante. E poi c’è una fanciulla bellissima ammaliatrice, Pincoya, che ricorda un po’ le sirene di Ulisse, tutto il mondo è paese. E infine, ma questa e vera, c’è la storia della guerra del Pacifico quando Cile, Perù e Bolivia cominciarono a litigare per il guano e per il sale. Ma adesso sono stanco e non mi va di parlare di una guerra causata dalla cacca.
Interessantissimo! Le leggende sono sempre affascinanti.
Grazie per tutte le belle foto
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