E anche Chiloè ce la siamo messa alle spalle. A Chiloè avvengono alcune cose molto importanti. Finisce il viaggio per due del nostro gruppo che debbono tornare in Italia. Annalia e Barbara. Lo sapevamo fin dall’inizio. Ed infatti siccome siamo un gruppo di cinici e di perfidi, le avevamo soprannominate “le poveracce” insinuando che la loro scelta fosse dettata dalla tirchieria. Annalia e Barbara se ne vanno dopo una cena luculliana al Club Nautico di Puerto Montt dove finalmente mangiamo bene: secondo me è la prima volta che succede da quando siamo in Cile.
CENTOLLAS
Il Club Nautico è una specie di nave bianca su palafitte, molto elegante, con camerieri molto eleganti, con arredamento molto elegante, con un menu fantastico. Insomma veramente un bel posto nel quale vorremmo dimenticare il curanto di ieri sera. Finalmente un posto ammodo, degno di noi (anche se io vengo criticato perché mi presento con le infradito). Completamente vuoto. Ci piglia lo sconforto. La regola è sempre quella: un ristorante vuoto è un ristorante dove si mangia male. Per tutta la serata siamo stati gli unici commensali. E poi abbiamo capito. Quando abbiamo visto il cameriere arrivare per servirci il granchio prostrato dal dolore (non il granchio, lui): Argentina Cile uno a zero. Quello che è uno degli scontri più drammatici del futebol sudamericano era finito con un goal annullato al Cile, un palo del Cile e un rigore per l’Argentina. Noi però abbiamo mangiato benissimo, centolla con salsa (granchio con salsa), soupa di centolla (zuppa di granchio), centolla alla brace (granchio alla brace). Una grande granchiata, con vino cileno scelto (chardonnay) e crèpes souzette al Grand Marnier. Quando si dice signori. D’altra parte eravamo disposti a tutto pur festeggiare adeguatamente la loro partenza (frase molto ambigua). E adesso siamo soli. Abbiamo preso un aereo che sbatte le ali e ci siamo immessi con una berlina quattro per quattro nella grande carrettera austral, una delle quattro strade più belle del mondo, costruita dal dittatore Pinochet ma cantata dai Modena City Rambler. Per adesso sembra la valle di Funes. Ma nei prossimi giorni vi saprò dire. Nel frattempo mi rendo conto che dovrei dirvi molte altre cose di Chiloè. Abbiate pazienza, ve le dico la prossima volta.
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