Le attività principali del nostro gruppo sono due. La prima è comprare cazzate. La seconda è perdere cose importantissime. Ma credo che non sia una prerogativa del nostro gruppo. Credo che siano le attività di tutti i turisti e di tutti i viaggiatori italiani. Nell’ordine abbiamo perso: passaporti, portafogli, soldi, zainetti, giacche a vento con dentro telecamere GoPro, caricabatterie Iphone e Samsung, telefonini Iphone e Samsung. Io mi sono perso due volte dentro un albergo di Santiago, ma in quel caso avevo ragione io. Era un albergo ideato da un architetto sadico che aveva un unico obbiettivo: farmi perdere. Abbiamo ritrovato tutto. Anche io mi sono ritrovato.
Per quanto riguarda l’acquisto di cose assolutamente inutili la palma di grande acquistatrice di robaccia spetta ad Annalia che ha comprato oltre ai soliti parei hawaiani, alle magliette con scritto tanti saluti dall’Isola di Pasqua, alle indispensabili forcine per capelli a forma di fiore della passione, anche quattro fondamentali magneti da attaccare al frigorifero e soprattutto una imperdibile palla di vetro con la neve dentro che cade su un moai, soprammobile senza il quale qualsiasi casa di Perugia sarebbe una casa vuota e fredda. Io al contrario ho acquistato tutta roba indispensabile: dieci statuette di moai in pietra (per alleggerire il bagaglio) e due Sim cilene, morte e inservibili qui in Cile che però penso potranno tornarmi utili a Lavarone. Barbara ha comprato un’orrenda conchiglia a forma di anello che le farà fare la sua porca figura tra gli amici di Cuneo. Floriana ha pensato di non poter fare a meno di quattro segnalibri e di un uovo di legno. Anna ha fatto incetta di francobolli per mezzo dei quali ha invaso di cartoline la Lunigiana. Ezio niente. E per questo è guardato con sospetto e un pizzico di odio da tutti gli altri.
Tra un acquisto e l’altro, nel tempo libero, ci siamo dedicati al mestiere del viaggiatore: la conoscenza. E siamo saliti su un catamarano che con un’ora di navigazione sul lago Grey ci ha portati sotto tre ghiacciai da paura. Ezio ha fatto sfoggio della sua cultura sostenendo che Grey è il nome di un generale che ha combattuto per la liberazione del Cile dal giogo spagnolo ma una voce decisamente più credibile che usciva dall’altoparlante del catamarano pieno zeppo di coreane del sud ci ha avvertito che il lago Grey si chiama così perché è grigio. Ci siamo rimasti male. I ghiacciai sono imponenti ma noi veniamo dall’esperienza del Perito Moreno e dello Spiegazzini dell’anni scorso in Argentina e la sappiamo lunga. Anna ha perfino detto: “I nostri ghiacciai sono più belli”. Crede di essere argentina e stiamo cercando di riportarla alla ragione. Sulla via del ritorno ci fermiamo a mangiare in un ristorante su un lago. Ci sono una sacco di laghi da queste parti ed Ezio continua a dire che sembra di stare in Finlandia che, a ben vedere, sembra una cazzata anche maggiore di quella dei ghiacciai di Anna. Finalmente mangiamo bene. Perché, diciamolo con sincerità, in Cile ci siamo comportati al contrario dei camionisti italiani: abbiamo mangiato male ma in compenso abbiamo speso tanto. E’ una soddisfazione. In compenso abbiamo bevuto benissimo. Il vino cileno è ottimo e costa poco. Basta per oggi. Domani vi parlerò di un’altra delle attività del gruppo: parlare di cacca e di accoppiamenti selvaggi. Youporn ci fa un baffo.
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