Giornata al mare. Alle nove secondo il programma una pullmino nuovo fiammante dell’Europcar ci dovrebbe aspettare sotto l’albergo Fundador di Santiago. Noi dovremmo salire a bordo e dovremmo guidare fino a Valparaiso, località di mare e luogo portuale molto vivace e creativo. Dovremmo arrivare verso l’ora di pranzo e dovremmo recarci in un ristorantino a mangiare polpo arrosto. Poi dovremmo passare tutto il giorno passeggiando per le stradine in salita e in discesa con i muri tutti coperti di murales e quindi dopo una cenetta simile al pranzetto, dovremmo andare a dormire nell’Hotel Boutique Acontraluz, a Cerro Alegre, un vero gioiellino anni Venti di sette otto stanze con vista pazzesca sull’intero golfo. Odio il condizionale.
Chi ha inventato il condizionale dovrebbe essere condannato a cento frustate a due a due finché non diventano dispari. Eppure avremmo dovuto capirlo fin dall’inizio. Non si prenota una Europcar in America Latina. L’Europcar si prenota in Europa. E quindi alle nove non c’era nessun pullmino sotto l’albergo semplicemente perché la prenotazione si era persa. Telefoniamo all’organizzatore del nostro viaggio lamentandoci e lui, che nel frattempo è andato in Argentina, ci rasserena: “Tranquilli, lunedi saprete perché siete rimasti a piedi”. Molto rasserenati, bestemmiando come turchi, ci rechiamo alla Hertz dove affittiamo un orrendo Suv dove stipati come sardine partiamo tutti convinti che dobbiamo recuperare tutti gli altri condizionali. Da quel momento va tutto bene. Distrutti da un vento tipo bora giriamo per le stradine di Valparaiso e a conclusione ci spostiamo sotto la guida moderata e traballante di Ezio a Isla Negra per omaggiare il vate Neruda e la sua fantastica casa a piombo sul Pacifico. Esco dalla casetta di Pablo (in realtà una specie di reggia infarcita di mille collezioni (mappamondi, navi in bottiglia, polene, farfalle, scarabei, conchiglie) convinto che il poeta fosse un grande poeta e che l’uomo fosse un piccolo uomo concentrato su se stesso e sul proprio ombelico, attento soprattutto a fare il tombeur de femme e a costruire il piedistallo sul quale passare tutta la sua vita. D’altra parte “Confesso di aver vissuto” è una frase da cattolico e fare mille collezioni compulsive dovrebbe convincere il collezionista che un buon analista potrebbe risolvere i suoi problemi. Sento già i mugugni dei nerudiani. Che se ne facciano una ragione. Torniamo a Santiago dove non ci facciamo mancare nulla: prendiamo perfino un taxi uber (credo che esistano uber anche nell’Antartico e in Siberia) che ci riporta al Fundador. Giornata faticosa. Piombiamo nel sonno pensando all’Isola di Pasqua che ci attende domani. L’aereo dovrebbe partire alle 9,30. Dovrebbe.
Ancora bello! Il Cile al condizionale e la visita critica al Nerudiale (il vittoriale di neruda,non so se apprezzate la colta battuta….)
Tutta invidia del pene…cileno. E questo si può capire. Le sue eiaculatorie poetiche metterebbero in crisi anche Rocco Sif….Mettetevi cuore e altro in pace?
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