ALLEGRE TAVOLATE
Camminiamo sempre a testa bassa, consultando il cellulare, oppure con le mani tese in avanti per scattare foto e selfie. Al ristorante la prima cosa che chiediamo prima ancora di sapere se c’è posto è la password della connessione. Ci sediamo a tavola e sfoderiamo i nostro smartphone. Per prima cosa cerchiamo una presa e attacchiamo un caricatore multiplo al quale appendiamo sei cavetti e sei telefonini. Poi digitiamo forsennatamente di tutto con i nostri ditini. Ma sarebbe sbagliato trarre impressioni di solitudine e di incomunicabilità. Anche a tavola noi parliamo molto. Tramite whatsapp, sms e qualche volta anche skype. E così manteniamo viva, anzi implementiamo, la nostra conoscenza. Ci scambiamo foto appena scattate e video appena girati. E appena ci piglia la voglia di selfie è uno tsunami di scatti incrociati. Ci siamo inventati i selfie multipli e reciproci con la variante dei selfie multipli, reciproci e davanti allo specchio. Il risultato è una immagine illeggibile e incomprensibile. Direi quasi di metarappresentazione se solo sapessi di che cosa sto parlando. Appena raggiunta la solitudine della nostra stanzetta riprendiamo la conversazione, parlandoci da stanze comunicanti. Stanotte ci sono state tre scosse di terremoto, a Santiago. La prima mi ha svegliato. E allora che cosa ho fatto? Sono corso a bussare alla porta accanto urlando: “Mettetevi in salvo”? No, troppo banale. Ho preso il telefonino ed ho digitato al gruppo whatsapp: “Ore 0,43. Terremoto”. E mi sono rimesso a dormire. Dal punto di vista cibernetico avevo fatto il mio dovere.
sempre meglio ! vedo già il libro
Questo é il pezzo meglio. Difficilmente riuscirai a superarti?
Commenti chiusi.