Le due perle di Carlo Conti finora all’Ariston sono “fiore tra i fiori sul palco quest’anno c’è Maria De Filippi” e “Mica c’è Mika”. Per il resto tutto bene. Canzoni modeste (si dice tutti gli anni va bene ma mica è colpa mia), felicità per i grandi risultati di audience e di share (ma che cosa c’era sugli altri canali?), perfino Crozza sotto tono (non è facile, tutti i giorni… però quel Papa no, te prego…), grandi ospiti buttati via (non fosse per il grande Mika, anche se poteva risparmiarsi il colloquio con l’orchestra e le farfalle nella pancia), l’idea delle cover (tutti o quasi a scegliere canzoni praticamente sconosciute), la pubblicità invasiva e quasi più presente delle canzoni (con lo spot della Tim presentato come fosse una parte dello spettacolo). Dice, ma non ti va bene proprio niente?
Ma non è vero. Chiaro che non mi possono piacere il signore che viene presentato come un eroe solo perché va a lavorare tutti i giorni o la signora che viene incensata perché ha fatto nascere un casino di bimbi. E non parliamo della signora che ha 105 anni e canta Quel mazzolin di fiori. Ma mi posso lasciare andare anche a delle considerazioni positive. Mi è piaciuta la canzone di Paola Turci per esempio, e spero che vinca. Mi è piaciuto Michele Bravi, personaggio nuovo, semplice, sinceramente emozionato, non scontato. Mi è piaciuta l’allegria di Francesco Gabbani, di cui ignoravo colpevolmente l’esistenza. Mi sono piaciuti quelli dell’orchestra Riciclados. Mi è piaciuto Albano che non sa rimanere a casa nemmeno dopo un infarto che gli ha compromesso la voce. Mi è piaciuta l’ingenuità e la follia di Lodovica Comello che ha avuto l’ardire addirittura di misurarsi con Mina (cantando Le mille bolle blu) e ne è uscita travolta. Mi è piaciuto Marco Masini (quando ha cantato Minchia signor tenente). E mi è piaciuto soprattutto il Dopo Festival, la cosa migliore di Sanremo con un Nicola Savino in grande forma, una Gialappa’s Band sempre ad alti livelli anche quando i livelli si abbassano (se solo i giornalisti facessero domande un po’ meno scontate). Peggio dei giornalisti di musica che fanno domande ai cantanti ci sono solo quelli calcistici che intervistano gli allenatori. Mister, perché ha scelto il 4-3-1-2? Su quel ciondolone, dinoccolato e schizzato che si è agitato ballando per tutte le cinque giornate al soldo dello sponsor principale, vi dico solo che ormai lo odio.
I comici che fanno i seri: una malattia terribile. Mi fa più ridere il papa vero però !!! Ah, ogni tanto citate o fate cantare un etero. Ci sentiamo solissimi e accerchiati da dietro…
a me sarebbe piaciuto tanto che, mentre il ciondolone schizzato e dinoccolato ballava al soldo dello sponsor, all’improvviso entrasse qualcuno in scena e lo prendesse a calci nel culo (il primo calcio però nei “maroni”).
ma perchè si prova tanta gioia a pensare cose così cattive?
Perche SIAMO cattivi.
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