Scrive Giovanna Giugni, stupenda politica lottatrice di Trento:
“Fatico a comprendere l’indignazione di coloro che in questi giorni, si sono stupiti per le recenti decisioni ministeriali in tema di ammissione all’esame di Stato.
La scelta di una media solo complessivamente sufficiente, con il voto di condotta a sanare situazioni difficili in discipline fondamentali, è operativa in Trentino dal 2010. Consiglio agli increduli la lettura dell’articolo 7 comma 2 del decreto del Presidente della Provincia n.22 del 7 ottobre 2010.
Proseguendo nella interessante lettura si scoprirà che in Trentino gli studenti sono promossi anche con insufficienze, e che la scuola deve organizzare per loro un corso di recupero ( ma non tanti corsi quante sono le insufficienze) in settembre, alla fine del quale ci sarà una prima verifica che potrà essere ripetuta, se negativa, entro gennaio. Un appello non si nega a nessuno! Un breve passaggio all’articolo 4 , comma 2, ci informa poi che la votazione, nelle singole materie, non può essere inferiore al quattro.
Ricapitolando: promozione alla classe successiva anche con insufficienze;recupero dei voti negativi possibile, ma non obbligatorio; ammissione all’esame di Stato con la media del sei, anche in presenza di insufficienze. E, naturalmente, mai voti inferiori al quattro. Il combinato disposto di queste prescrizioni rende gli studenti, in Trentino, avvantaggiati (?) rispetto ai colleghi del resto d’Italia, che saranno ammessi all’esame di stato con la media del sei solo da quest’anno, che devono recuperare le insufficienze per essere promossi alla classe successiva, che possono vedersi abbassare la media da un due in qualche materia, se lo hanno meritato.
Sarebbe opera meritoria liberare la scuola da queste ipocrisie e restituire valore allo studio, magari passando anche attraverso un linguaggio meno infido, che chiami bocciature le diplomatiche non ammissioni, insufficienze le scivolose carenze formative, voto di condotta l’ambigua capacità relazionale, pagelle lo strampalato documento di valutazione.
Riconoscendo dignità alla scuola, peso alle parole, sostanza all’azione formativa degli insegnanti renderemmo un buon servizio ai nostri giovani, così penalizzati dalle molte scelte dissennate di una politica che ci ha resi più poveri, più ignoranti e più rassegnati”.
Gent.mo Sabelli, ho 78 anni. Sono stato docente di matematica e Fisica, liceo scientifico , dal 1964/65 al 1982/83. Preside incaricato dall’83/84 al 1987/88. Dal 1988/89 al 2009 preside al liceo scientifico di Scordia ( CT).Ho partecipato sia da commissario che da presidente a tutti gli esami di maturità prima e di Stato ( anno della riforma berlinquer). Sono stato sempre convinto che i consigli di classe e le commissioni di esame hanno funzioni completamente diverse. Alle prime spetta la valutazione dei cinque anni dei singoli alunni relativamente alla loro ammissione o meno agli esami, anche con le singole insufficienze, purchè visibili e non nascoste come oggi spesso accade con il falso sei, alle commissioni spetta una valutazione della prova finale che può confermare , migliorare o negare, ove sia il caso, il giudizio finale. Nella mia lunga carriera di questi casi me ne sono capitati tanti. Spesso ragazzi considerati bravi, alla prova di doversi confrontare con docenti diversi non hanno retto, mentre altri considerati negativi hanno superato bene la prova. Tutto, purtroppo, dipende dalla serietà con la quale si opera sia nelle valutazioni finali dei consigli di classe che delle singole commissioni. Personalmente , tranne che per casi parecchio deficitari, sia da docente che da Preside ero per la ammissione. Spettava poi alla commissione valutare il nostro operato. Così come da Presidente di Commissione non sono stato mai disponibile a far promossi tutti quando la prova complessiva dell’esame era al di sotto di certi livelli di preparazione. Non sempre il mio ragionamento veniva accettato. In alcuni casi sono risultato minoranza con la conseguenza che tutti venivano promossi. Ciò è la regola dei consigli di classe. Può dispiacere ma è cosi.
…perchè no il sei politico e laurea ad honorem dopo cinque anni con esami dati e non dati ?!?! Tutti muli, ma laureati !!!
…e si vede!
Commenti chiusi.