Una giornata con la famiglia Lama. Solo adesso scrivendo mi rendo conto dei collegamenti che avrei potuto fare con la storia del sindacalismo italiano. Invece ho pensato solo alla bellezza di poter dividere otto ore con loro, con Hector, con Clarita, con Gabriella, con Carolina, contadini di Hornaditas, comunitå a nord di Humahuaca, e con tutti gli amici che sono venuti a trovarli Tutto questo significa turismo campesino e vuol dire mangiare con loro, condividere un pezzo minimo della tua vacanza passeggiando con loro e chiacchierando con loro. Carolina, la piccolina, ha suonato il siru, Hector, il papà, mi ha accompagnato a vedere la sorgente dell’acqua che alimenta il canaletti di irrigazione del suo orto e nel frattempo mi ha indicato il nido dell’aquila con annessa aquila, sopra lo sperone di roccia, e nel frattempo mi ha raccontato della grotta lì vicino (tre ore a piedi) dove i nativi hanno lasciato molti disegni scolpiti nella roccia a perenne ricordo della loro esistenza. Clarita, sua moglie, la dolce Clarita, ci ha fatto mangiare i frutti del suo orto e della coltivazione del mais, il cioclo, Gabriella, la figlia, mi ha accompagnato in una passeggiata per vedere la cappella tutta decorata dai disegni della mamma. E tra una chiacchiera e l’altra, che per me voleva dire anche una stupenda lezione di spagnolo, un fantastico dolce di miele, un infuso di erbe che non voglio nemmeno sapere, e tanti accenni a quanto questa vita renda felici Hector e Clarita. Inoltre tante nuove conoscenze che purtroppo rimarranno quasi sicuramente solo un ricordo. Dall’agopuntore di Buenos Aires, alla sua compagna psicoanalista, a Matias, insegnante di chitarra di Hector e alla sua ragazza. Paolo con sua moglie e suo figlio Insomma, come ve lo devo dire? Me gustó mucho anzi muchissimo.
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