Il Corriere del Mezzogiorno di Bari mi intervista. Ecco qui:
L’ex direttore di «Cuore» a ruota libera su «Quo Vado?» e la Puglia dell’antirenzismo
Claudio Sabelli Fioretti, giornalista e scrittore, teme simpaticamente la reazione dell’attore barese dopo aver raccontato sul Fatto di averlo stroncato, quando conduceva Un giorno da pecora . «Mi proposero nel 2007-2008 l’inserimento nella trasmissione di un giovane comico. Un “tale” Checco Zalone. Guardai le sue performance del tempo e sentenziai a Giorgio Lauro che non faceva per noi». Con il Corriere del Mezzogiorno l’«anziano» ex direttore di Cuore si è soffermato sul successo dell’artista, sul ruolo della satira di costume e anche sulla Puglia laboratorio dell’antirenzismo. Sabelli Fioretti, perché allora non la convinse Luca Medici? «Ha un umorismo particolare, che è maturato nel tempo. La forza di Zalone l’ho scoperta dopo, con l’imitazione del bambino e di Vendola, un pezzo favoloso. Rido ancora quando la risento». La fenomenologia di Zalone, attore di estrazione nazionalpopolare, in simbiosi con un regista “eretico di sinistra” come Gennaro Nunziante: che Italia racconta l’affiatato tandem? «Quo vado? fa satira di costume, molto vicina alla satira politica. Prima esisteva questa distinzione: la satira politica era quella che fustigava Craxi e Berlusconi, quella di costume bastonava i comportamenti degli elettori del Psi e del Cavaliere… Anche i costumi sono politica: non è un caso che Berlusconi abbia orientato le opinioni degli italiani con trasmissioni come Drive in ». I film di Zalone hanno un’anima antipolitica? «No. Zalone fa ridere, ma prendendo in giro gli usi degli italiani. La “tipetta” che manda Checco al Polo Nord nell’ultima pellicola non è altro che Renzi quando manda una maestra precaria dalla Sicilia a Venezia, distruggendo una famiglia. Questa è politica, un attacco pesante alle scelte degli amministratori». I critici si sono scatenati nelle recensioni. Su “Internazionale” Christian Raimo ha scritto: “La narrazione (di Zalone, ndr.) è quindi una metanarrazione”». «Ma che vuol dire? Neanche Vendola si esprime così. Ai critici dico solo una cosa: parlassero come si magna ». Nicola Lagioia inquadra lo “zalonismo” nel qualunquismo “buono”. «Se fai una critica a un potente, reagirà dandoti del qualunquista. Al di là delle motivazioni di Lagioia, questa definizione vuol dire tutto e niente. Totò era qualunquista? Salvini, che non è un comico “spontaneamente”, viene accusato di qualunquismo. Guglielmo Giannini era qualunquista… Uno che dice “Piove governo ladro”, semplicemente, non ha altri argomenti». A chi paragonerebbe Checco Zalone? «Mi ricorda molto Alberto Sordi. In comune hanno il pressappochismo, anche lessicale, e la tendenza al tornaconto individuale. Zalone, di fronte alla fidanzata che pensa al buco dell’ozono, rilancia con l’ossessione del posto fisso». L’ultima polemica si sofferma sulle presunte offese alle minoranze nel film. «Ricordo la sua canzone Gli uomini sessuali , una bella stangata agli omofobi. Ridere di una canzone “stronza”, di uno che nel film è omofobo, è una critica all’omofobia. Preferisco uno che dice “negro” ma tratta lo straniero da persona normale, a chi lo chiama “nero” ma non gli paga i contributi». Avrebbe voluto Zalone come firma su “Cuore”? «Sarebbe stato perfetto per la rubrica “Chissenefrega”. Al tempo ospitai senza temere polemiche due firme di “destra” come Massimo Fini e Marco Travaglio». Il settimanale di “resistenza umana” è passato alla storia per il titolo “Scatta l’ora legale. Panico tra i socialisti”. Ora la satira si occupa degli orologi ricevuti dalla delegazione renziana a Riad. «Corsi e ricorsi storici. A Un giorno da pecora rilevammo la svolta di Renzi passato dallo Swatch a un Audemars Piguet dopo un viaggio negli Usa. Chissà chi gliel’ha regalato». Prima Nichi Vendola e ora Michele Emiliano: la Puglia è la fucina degli antagonisti di Matteo Renzi? «Nella comunicazione “per conquistare le masse” Emiliano è due piani sopra Vendola. C’è chi sta ancora studiando i discorsi di Nichi per interpretarli… Il leader di Sel ha avuto la sua chance. Sarà difficile scalfire la leadership dell’ex sindaco di Firenze ma anche Emiliano giocherà la sua partita». @waldganger2000
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