da Muin Masri
Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo… così per ricordare. Questo è il tempo dei cattivi, quelli che uccidono a viso scoperto, quelli che bombardano dall’alto, quelli che nei salotti televisivi sputano veleni e quelli che costruiscono muri. Questo è il tempo dei buoni, quelli che non hanno paura di niente, quelli che portano i fidanzati ai concerti.
Quelli che suonano il pianoforte per le strade e quelli che, cascasse il mondo, non dicono mai andiamo in guerra. Questo è il tempo degli infelici, quelli che predicano Dio e si drogano per uccidere, quelli che predicano l’amore e si scagliano contro le coppie dello stesso sesso, quelli che cercano consenso elettorale sulle disgrazie altrui e quelli che non fanno nessuna distinzione tra profughi, immigrati e fanatici religiosi. Questo è il tempo dei ribelli, quelli che riflettono prima di bestemmiare, quelli che partono per il mondo a fare i volontari e quelli che e nonostante tutto continuano a fare figli. Questo è il tempo dei bugiardi, quelli che adorano la confusione, quelli che a mezzo sorriso e anni dopo dicono che la guerra è stata un errore di valutazione, quelli che dicono che la Fallaci non aveva torto e quelli che cercano disperatamente i moderati e fanno affari con i dittatori. Questo è il tempo della gente semplice, quelli che lavorano sottopagati, quelli che attraversano il mondo scalzi, quelli che cercano cinque minuti d’amore, quelli che adottano bambini, quelli che leggono Terzani così per il gusto di leggere e quelli che sorridono sempre. Questo è il tempo delle cose facili, quelli che cambiano opinione dopo ogni tweet, quelli che insultano sul social network a prescindere, quelli che si fanno il selfie con il morto e quelli che rubano le offerte dei credenti. Questo è il tempo di rendere omaggio alle vittime della stupidità umana e di cercare gli assassini senza pregiudizi.
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