OTTO PER MILLE
Fra un po’ è tempo di otto per mille ed è giusto che ognuno destini i suoi soldi a chi vuole. Ma io rimango ogni volta un po’ contrariato dal fatto che in questo mondo capitalistico anche le religioni facciano la pubblicità per accaparrarsi la fetta più grossa possibile. Io penso che questa forma di finanziamento coatto che ci viene chiesta dovrebbe essere spontanea. Mi piacciono i preti della parrocchia e penso che la Chiesta Cattolica sia una organizzazione buona e giusta? Bene, ecco i soldi. Ho conosciuto la realtà dei valdesi e il loro disinteresse mi ha colpito positivamente? I miei soldi li do a loro. Potrei andare avanti per molto. Ma poi leggo le pagine pubblicitarie e mi cascano le braccia. I campioni dell’ipocrisia sono quelli della Cei. Noi leggiamo sui giornali di attici e superattici ristrutturati da cardinali, di vescovi che si sono appropriati di grosse quote di finanziamento per usi privati, vediamo foto di paramenti sacri costosissimi di scuffiotti e babbucce stralussuose che nemmeno Armani li farebbe pagare così cari. Eppure sulle pagine pubblicitarie leggiamo che alle diocesi (per la carità) sono andati 125 milioni e al Terzo Mondo 85 milioni. (Nella spiega si parla di gente povera e bisognosa che ringrazia della generosità). Leggiamo che alle diocesi (per culto e pastorale) vanno 156 milioni, 123 per edilizia, 60 per tutela beni culturali. (Nella spiega si parla di anziani, di vittime dell’usura, di giovani che ringraziano della generosità). Leggiamo infine che 382 milioni vanno ai sacerdoti. (Nella spiega si parla di quelli che trascorrono la loro vita nella terribile Terra dei Fuochi e dei preti malati ed anziani, che ringraziano della generosità). Ecco insomma: gli italiani regalano un miliardo di euro alla Chiesa Cattolica e ben 200 milioni vanno per la carità, il resto al sostentamento del clero, delle parrocchie, dei musei, degli alberghi, delle cattedrali e degli attici e superattici. Così, tanto per saperlo.
Noi che ci siamo imposti la politica paghiamo profumatamente ed obbligatoriamente i politici (in questo periodo mio personale malgrado)… Chi ha bisogno della religione è giusto che se la paghi, ma spontaneamente senza l’intervento fattivo dello Stato.
Da quando è stata eliminata la “congrua” i sacerdoti si sostengono con l’otto per mille. Quello che personalmente mi irrita è la modalità di attribuzione. Non vengono versati solo i soldi di chi firma, ma la percentuale dei firmanti determina la suddivisione del totale. Cioè se l’80% firma per la chiesa cattolica, l’ottanta per cento del mio otto per mille lo prendono loro. Naturalmente si si parla di 5 per mille il meccanismo è opposto, anzi esiste persino un limite superiore insuperabile.
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