I MILLEPIEDI CON LE ZAMPE RIFRANGENTI
Ogni tanto vi ammorbo sui miei viaggi in nave da Napoli a Salina e da Salina a Napoli. E’ così, è più forte di me. Voglio condividere con voi soprattutto l’emozione di quando si attracca a Stromboli. Voi sapete, se siete abitudinari dei miei pipponi sulle Eolie, che io sostengo che nelle piccole isole bisogna arrivarci lentamente, in nave. Non in quei tubi chiusi che sono gli aliscafi. Bene, uno dei vantaggi è anche che si assiste a quelle cerimonie che sono gli attracchi. Nel mio caso a Panarea, dove si vedono le signore chic milanesi, le macchinine elettriche, i cagnetti eleganti. A Ginostra, il villaggio sospeso nell’infinito e nell’eternità, abitato da belle, alte ed eteree donne che a piedi scalzi camminano a dieci centimetri dal suolo, senza toccare terra. A Stromboli dove si arriva sempre al buio e si intravvedono a malapena le barche dei pescatori. E’ questo il suo bello. Io non sono un appassionato di Stromboli. La trovo malfrequentata. E’ l’isola degli intellettuali paraculi, degli stilisti, della gente che vuole dettare la vita agli altri. Però di notte è affascinante. Dalla poppa della nave vedi in alto le file degli escursionisti che salgono a vedere lo spettacolo più bello del mondo, le continue piccole eruzioni del vulcano. Viaggiano con le torce in testa e si vedono solo delle striscette composte da lucette in cammino. Semnbrano millepiedi con le zampe rifrangenti. Basta per oggi. Ma non finisce qui.
Caro CSF, possibile che a Napoli non hai visto niente!
Napoli non è un’isola
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